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Nel «pacchetto» c'è anche il decreto sulle liberalizzazioni

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Manovra bis, il ministro Chiti «frena» sulla possibilità di porre la fiducia

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Avvicinato al Senato al termine di una riunione che si è svolta con i presidenti di commissioni e i capigruppo della maggioranza per definire il calendario dei lavori sulla manovra bis, comprensiva del decreto legge Bersani, Chiti ha riferito ai giornalisti che l'argomento fiducia non è stato il tema dell'incontro. «Non abbiamo parlato - ha detto Chiti - di fiducia». Nel corso della riunione sarebbero state decise le audizioni delle categorie interessate dalla manovra, che si svolgeranno nelle commissioni di merito a partire da lunedì pomeriggio con termine martedì sera; fissato anche il termine per la presentazione degli emendamenti: il dl Bersani inizierà mercoledì l'esame in commissione ed il termine per la presentazione degli emendamenti è previsto per il 17 luglio, alle ore 10.30. «Abbiamo discusso sull'organizzazione dei lavori - ha riferito il presidente della commissione Bilancio, Enrico Morando - c'è tutto il tempo necessario per le audizioni e per la discussione e non ci dica che vogliamo strozzare il dibattito. Anche il governo se avrà da proporre degli emendamenti - ha tenuto a precisare Morando - dovrà rispettare i tempi degli emendamenti parlamentari. Non vogliamo che il governo presenti emendamenti in aula che non siano passati per le commissioni». «Vogliamo fare - ha riferito il senatore Natale Ripamonti (Verdi-Pdci) - un lavoro rigoroso concentrando tutte le eventuali modifiche affinchè la manovra sia approvata prima della pausa estiva del Parlamento»; e al riguardo sarebbe in cantiere una «concertazione con la Camera» per individuare modifiche condivise. Intanto, il Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali (Cup) chiede «un incontro immediato con il presidente del Consiglio e l'istituzione di un tavolo di confronto col Governo sulle misure introdotte con il decreto legge» sulla competitività e le liberalizzazioni. Il Cup, che raggruppa fra gli altri i Consigli nazionali di Ordini di notai, farmacisti, avvocati, ingegneri, architetti, commercialisti, medici e giornalisti, chiede inoltre «lo stralcio delle disposizioni prive dei requisiti di necessità ed urgenza da far confluire in un separato disegno di legge, al quale assicurare una corsia preferenziale in Parlamento e attraverso la consultazione delle categorie interessate».

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