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Napolitano a Bossi: «Strada in salita sulle riforme»

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Dal leader della Lega, considerato un interlocutore chiave in questa materia, è venuto un sostanziale semaforo verde, il via libera a provarci, ma senza entusiasmo, come ha spiegato Roberto Maroni, che ha partecipato al colloquio e ne ha dato una versione ritenuta corretta dal Quirinale. Insieme alla disponibilità della Lega, sua personale e di Bossi, insieme al rispetto per gli sforzi del capo dello Stato, ha spiegato Maroni, c'è anche molto scetticismo «sul fatto che dopo la bocciatura delle riforme, fatta col referendum, sia possibile mettere in piedi una riforma». Dobbiamo provarci ed io, ha replicato Napolitano, mi impegno a essere veramente un garante super partes di questo tentativo. Ciò detto, Napolitano è il primo a vedere le difficoltà dell'impresa. «Non mi faccio facili illusioni, ma - ha detto - traggo motivo di conforto sia dai colloqui che ho avuto con gli altri leader politici, sia dall'aver ascoltato ora dall'on. Bossi parole di grande realismo e responsabilità sui temi istituzionali». Il capo dello Stato ce la sta mettendo tutta. Ci lavora dal giorno dell'elezione al Quirinale. Alla vigilia del referendum ha avvertito: quale che sarà il responso delle urne, bisognerà lavorare ancora alle riforme. In effetti, adesso si devono quanto meno correggere alcune pecche, ormai comunemente riconosciute, della riforma del Titolo V, varata nel 2001 dal centrosinistra. Venerdì, a Genova, Napolitano ha ripreso il discorso, per sottolineare che chiede di mutar atteggiamento sia alla maggioranza sia all'opposizione e che, realisticamente, oggi non si può invocare un'assemblea costituente, come nel 1946: bisogna discutere, confrontarsi e decidere alcune modifiche con larghe intese. Alla vigilia del referendum, Bossi aveva paventato «vie non democratiche» se avessero vinto i No. Napolitano, in visita a Milano per ascoltare la relazione annuale del presidente della Consob, ha voluto sentire dalla viva voce del leader leghista cosa intende fare veramente. A Bossi non è sfuggito il gesto di attenzione del capo dello Stato, che ha voluto incontrarlo appena messo piede a Milano. Lo ha corrisposto presentandosi all'appuntamento con quasi un'ora di anticipo. A Milano, Napolitano ha voluto incontrare anche Berlusconi. Doveva essere l'ospite d'onore al ricevimento serale in Prefettura. Il Cavaliere ha declinato, aveva altri, inderogabili impegni, ma nel pomeriggio è andato personalmente in Prefettura a scusarsi con Napolitano. Anche questo viene considerato un segnale positivo. Napolitano ha spiegato: ho detto anche a Bossi che considero «indispensabile creare nel nostro Paese «un clima di confronto più obbiettivo sulle strade da seguire nell'interesse generale». Sulle riforme costituzionali, ha aggiunto, dopo tre false partenze, «occorrono ponderazione, concretezza e anche gradualità». Inoltre, ha chiesto di riconoscere che occorrono anche alcune riforme, ad esempio nel settore dell'economia di mercato, che non comportano modifiche della Costituzione «ma egualmente richiedono molta attenzione e spirito costruttivo».

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