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Grandi opere Salve solo le autostrade

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No, almeno per il momento, al Ponte sullo Stretto di Messina. Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, a margine della presentazione della «Rete delle città Urban», detta le priorità in tema di grandi opere e risponde al presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, che aveva sollevato il problema della «questione settentrionale». Senza rinunciare a togliersi lo sfizio di una battuta provocatoria sul Ponte della discordia, quello sullo Stretto. «Ma se non ho nemmeno i soldi per costruire quello sul Trigno», dice Di Pietro alludendo a un ponticello che collega Abruzzo e Molise, sua regione natale, crollato due anni fa in seguito a una piena e mai ricostruito «perché non ci sono i soldi». Interpellato sul completamento delle grandi opere infrastrutturali di cui necessità il Paese, il ministro risponde schiettamente, lamentando la «mancanza di fondi sufficienti al completamento delle opere strategiche». Di Pietro propone di ridisegnare il piano infrastrutturale sulla base delle risorse disponibili. «Non è che non vogliamo fare le opere perché non ci sono fondi - spiega il responsabile del dicastero di Porta Pia - ma vogliamo individuare quelle opere necessarie per recuperare quei fondi che servono. Vogliamo fare un elenco preciso che comporterà interventi sul taglio della spesa, lotta all'evasione fiscale». A questo proposito, Di Pietro mette l'accento sulla mancanza di risorse per il finanziamento dei cantieri dell'Anas e delle Fs, pur precisando che ciò «non costituisce un alibi per non fare le grandi opere». Per ridisegnare il piano infrastrutturale, il ministro dice di voler prendere come punto di riferimento la delibera del Cipe del dicembre 2001 che indica le opere strategiche di interesse nazionale, «un'ottima base di partenza». Poi detta le priorità del governo: «È necessario individuare opere più prioritarie rispetto ad altre e, tra queste, credo che saranno previste le opere "storiche" come la Salerno-Reggio Calabria e il completamento del sistema di viabilità da Brescia a Milano». Quindi Di Pietro risponde a Montezemolo sul gap infrastrutturale del Paese. «Conosco a memoria la relazione degli industriali - dice il ministro - Montezemolo ha parlato di questione settentrionale, ma non ha escluso una questione meridionale. C'è una questione infrastrutturale gravissima, in parte fondata da un lato sulla farraginosità delle procedure, che allungano i tempi a dismisura, dall'altro sulla mancanza di soldi. Per questo vogliamo individuare le opere che sono necessarie e non è vero che non vogliamo fare tutte le grandi opere». Sul Ponte sullo Stretto, Di Pietro, dopo la provocazione sul ponticello sul Trigno, entra nel merito della questione: «Senza essere a favore o contro, come ha detto Prodi parliamone un'altra volta, perché oggi siamo in una situazione di tempi, denaro e priorità che non consentono di parlarne ora. Nel merito, mi rimetto a ciò che decideranno il Consiglio dei Ministri e il Parlamento». Infine, Di Pietro, dopo aver resa nota la proroga di ulteriori 30 giorni per il bando di vendita delle case Iacp che scadeva il 2 giugno, torna sulla fusione tra Autostrade e la spagnola Abertis: «Cosa avverrà dipende da Autostrade: se è solo un'operazione finanziaria dovrà uscire allo scoperto; se è un'operazione industriale, che dà beneficio a tutti, aspettiamo che queste risposte si traducano in fatti concreti».

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