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Rotondi a Casini: «Molla lo Scudocrociato o in tribunale»

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Al centro del braccio di ferro c'è l'uso dello Scudocrociato, una polemica che ha infiammato la scorsa campagna elettorale. A mettere un punto alla diatriba è stato il prefetto di Lucca che ha eseguito l'ordinanza che dà al segretario della Democrazia cristiana Gianfranco Rotondi la titolarità dello Scudocrociato, cancellando la lista della cosiddetta Dc di Sandri. Lo ha riferito in una nota Gianfranco Rotondi che in tono trionfalistico ha detto: «Giustizia è fatta L'Udc aveva fatto ricorso e lo aveva perso, poi l'ho fatto io e ho vinto perchè la legge è legge e lo Scudocrociato viene usato dall'Udc per concessione e non per diritto. Sottolineo questo perchè proprio ieri (giovedì, ndr) ho revocato all'Udc l'uso dello Scudocrociato. Avevano dei dubbi sul mio provvedimento, Lucca glieli ha tolti». Rotondi ha sottolineato che spetta a lui, per la legge, rappresentare il simbolo. «Non appartiene a loro non c'è nessun motivo per cui possano usarlo ancora. Per cui - ha spiegato Rotondi - o si arrendono, o la vicenda sarà regolata come a Lucca: sarà un tribunale a decidere. Gli do otto giorni per cambiare il simbolo, è già pronta un'iniziativa giudiziaria mirata che chiuderà la vicenda una volta per tutte». Il che significa che Rotondi è pronto a portare in tribunale Casini se questo non farà marcia indietro. Poi il segretario della Dc spiega che «è solo un riguardo verso Rocco Buttiglione ad aver ispirato sin qui la mia cautela, ma dopo che Pierferdinando Casini ha trucidato tutti i vecchi parlamentari del Cdu da Tanzilli alla Leoni e a tutti gli altri, si è levato un coro che mi chiede di revocare l'uso di un simbolo che è servito a Casini per portare in Parlamento tutti i suoi (alcuni anche in coppia marito e moglie) lasciando a casa - conclude Rotondi - le persone che hanno difeso quel simbolo a prezzo anche di grandi sacrifici negli anni in cui Casini si faceva proteggere dal monarca da cui ora vorrebbe liberarci».

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