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Oggi l'ultima chiamata per Napolitano

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Unione preoccupata per i franchi tiratori. Soccorso, ma soltanto «clandestino», in arrivo dall'Udc

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Dopo la doppia fumata nera di ieri, oggi l'Unione convergerà decisa e compatta per sostenere ed eleggere il proprio candidato. Il leader dell'Unione Romano Prodi, al termine del summit con l'assemblea dei grandi elettori, ha fatto chiaramente intendere che il quarto scrutinio sarà quello della svolta. «Penso di sì», ha sibilato il Professore. Secondo quanto riferito da Prodi, l'Unione, dopo aver deliberato di votare scheda bianca anche al terzo scrutinio che si è tenuto ieri pomeriggio, ha deciso di convergere compatta sul nome di Napolitano questa mattina, nel corso della quarta votazione. Le cifre sono dalla parte del centrosinistra. Dal quarto scrutinio in poi, per eleggere il presidente della Repubblica, occorre la maggioranza assoluta dei voti e non quella qualificata dei due terzi. E nel Parlamento riunito in seduta comune, l'Unione ha i numeri per ottenere il cinquanta per cento più uno dei voti (505) ed eleggere, sin da stamane, il nuovo Capo dello Stato. La Casa delle Libertà, dal canto proprio, rimarrà unita anche oggi, così come accaduto ieri in entrambe le votazioni, e opterà ancora per la scheda bianca. Il presidente del Consiglio uscente, Silvio Berlusconi, ha ricompattato la coalizione di centrodestra, riappropiandosi della leadership e ribadendo: «Voteremo scheda bianca anche al quarto scrutinio». E i suoi alleati rimarranno fedeli al Cavaliere sino in fondo. Gianfranco Fini, leader di Alleanza Nazionale, ha annunciato nel tardo pomeriggio che anche questa mattina il suo partito voterà scheda bianca, come l'Udc, del resto. Fini, nonostante dica di non avere alcuna preclusione su Napolitano, critica il metodo utilizzato dal centrosinistra. Casini e Cesa, pur ammettendo l'opportunità di appoggiare il candidato al Quirinale del centrosinistra, hanno deciso di mantenere la linea della coalizione, accodandosi a Fi e An. Una posizione, quella dell'Udc e di Casini, apprezzata espressamente dal segretario Ds Piero Fassino. Rimane, tuttavia, il rammarico, all'interno del centrosinistra, di veder sfumare la possibilità di eleggere con un consenso bipartisan un candidato «di alto profilo». Lo stesso Napolitano, dal canto suo, ha detto che sarebbe stato meglio avere un consenso più largo, pur non dicendosi rammaricato. Anzi, il presidente della Repubblica in pectore tende una mano al centrodestra, dicendo che ogni voto ottenuto dalla Cdl significherà molto. Appelli all'unità sono arrivati anche da Rutelli e Diliberto. La Casa delle Libertà, comunque, rimarrà unita nel votare scheda bianca, rinunciando, tuttavia, a fare barricate contro l'elezione di Napolitano. Cosa che sarebbe puntualmente avvenuta in caso di elezione a colpi di maggioranza di Massimo D'Alema, ormai tagliato fuori dalla corsa al Quirinale. Lo stesso presidente Ds ha detto che una sua elezione era «improbabile» sin dall'inizio. Stando ai rumors, insomma, stamattina Napolitano dovrebbe essere eletto solo con i voti del centrosinistra. Il pericolo è tuttavia rappresentato dai soliti franchi tiratori, che, all'ultimo momento, potrebbero cambiare la propria preferenza. L'Udc, favorevole alla candidatura dell'esponente diessino, potrebbe dare un appoggio parziale. Niente barricate, ma un vero accordo tra i poli non c'è. Nei due scrutini di ieri, a trionfare sono state le schede bianche. Per ottenere la maggioranza dei due terzi dei voti ed eleggere il presidente occorrevano 673 consensi. Nella seconda votazione, avvenuta ieri mattina, le schede bianche sono state ben 724. Al termine dello scrutinio Bertinotti ha anche confermato che una delle schede per le votazioni è mancata e, al suo posto all'interno dell'«insalatiera», è stato trovato un semplice foglio bianco. Il più votato è stato Umberto Bossi (38 consensi, ma i leghisti presenti in aula erano 37), il secondo D'Alema (35). Nel terzo scrutinio, svoltosi nel pomeriggio, le schede bianche sono state addirittura di più: 770. Il più votato è stato stavolta D'Alema (31 suffragi), davanti a Napolitano (16) e a G

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