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Gli italiani potranno interrogare il regista della strage del 2003

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Era il 13 marzo 2005 quando, in un carcere di Baghdad, i carabinieri del Ros raccoglievano la «piena confessione» del presunto regista della strage in cui il 12 novembre 2003 morirono 19 italiani: Abu Omar al Kurdi, 37/enne iracheno, ritenuto uno dei luogotenenti di Abu Musab al Zarqawi, il leader di Al Qaeda in Iraq. Quella confessione riempì 11 pagine di verbale. Sarebbe proprio Al Kurdi (uno dei tanti nomi con cui è conosciuto quest'uomo) il detenuto che gli Usa hanno messo a disposizione dell'Italia per essere nuovamente interrogato. Il sì alla richiesta di rogatoria avanzata dal governo italiano è arrivato il 20 marzo 2006. «Le autorità statunitensi - ha fatto sapere il ministero della Giustizia italiano - hanno dichiarato la propria disponibilità a mettere a disposizione una persona, detenuta in Iraq e ritenuta responsabile, insieme ad altri, della strage dei nostri militari, per un interrogatorio tramite videoconferenza». Non si sa ancora quando la procura di Roma, che indaga sull'attentato, potrà sentire il detenuto: «Allo stato attuale - si limita a dire il Ministero - sono in corso contatti per definire le modalità di assunzione dell'interrogatorio». In ogni caso, molte delle cose che sapeva Abu Omar al Kurdi le ha già dette un anno fa, quando ammise di aver organizzato l'attentato, che fu «approvato» da Al Qaeda. È stato proprio grazie a quella confessione, e a una complessa attività di riscontro condotta in Iraq, che è stato possibile ricostruire nel dettaglio la progettazione e l'esecuzione della strage, individuando i responsabili. Insieme ad al Kurdi, responsabile dell'operazione sarebbe stato un altro terrorista, Thamer Haji, poi ucciso a Falluja. I due, secondo quello che è trapelato finora del racconto del terrorista, fecero un sopralluogo e constatarono che le misure di sicurezza della base, nel centro della città, «erano scarse. Chiunque avrebbe potuto attaccare». Al Kurdi riferì che il piano prevedeva di colpire contemporaneamente due obiettivi, con un'ambulanza e un'autocisterna pieni di esplosivo: base Maestrale e un altro edificio con il Tricolore. L'attentato, secondo la testimonianza del terrorista, era stato pianificato inizialmente per metà ottobre 2003, ma venne mandato a monte dalla polizia irachena che nella provincia del Wasit sequestrò il camion con l'esplosivo, proveniente da Ramadi e guidato da Thamer, mentre l'ambulanza arrivò regolarmente a destinazione. La guidava lo stesso al Kurdi e a bordo c'erano i due kamikaze designati, entrambi provenienti dalla «fabbrica dei martiri» di Falluja: Abu Zubeir al Saudi, «il saudita», e un giovane giordano, Abu Abdallah Orduni.

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