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Oliviero Diliberto e Marco Rizzo indagati dalla procura di Roma Parteciparono al corteo in cui si urlò «10, 100, 1000 Nassiriya»

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Uno slogan umanamente e politicamente inaccettabile anche prima che i terroristi colpissero di nuovo i nostri ragazzi in missione di pace. Ora sono indagati per aver partecipato a quel corteo romano con le accuse istigazione a delinquere e oltraggio alla pietà dei defunti. È, come si dice, un «atto dovuto» da parte della procura capitolina che ha iscritto sul «modello 21» il segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto e il deputato Marco Rizzo. Secondo l'avvocato Luciano Randazzo l'iscrizione è conseguenza di una denuncia presentata dal presidente dell'associazione vittime del terrorismo Bruno Berardi, che chiamava in causa i due esponenti politici in relazione all'infelice slogan urlato durante la manifestazione pro-Palestina. I nomi di Diliberto e Rizzo sono esplicitamente indicati nella denuncia. Il fascicolo processuale è stato affidato al pm Nicola Maiorano. «È una scemenza. Non sono neanche tra gli organizzatori del corteo», è stata la reazione di Oliviero Diliberto. «Ci sono le riprese filmate di chi urlava quegli slogan - prosegue il segretario del Pdci - Io sono andato a una manifestazione a cui ha aderito il mio partito». Per esprimere il proprio stato d'animo, Diliberto si rifà ai classici greci: «Come diceva Aristofane, di fronte alla stupidità umana neanche gli dei possono fare niente». Gli ha fatto eco Marco Rizzo: «Sono amante del cinema, ma non so di quale film stiano parlando. I Comunisti italiani hanno aderito ad una manifestazione per la libertà della Palestina con la loro posizione di sempre "Due Popoli e due Stati" e, come sempre, hanno condannato chi brucia le bandiere e chi urla slogan come "Dieci, cento, mille Nassiriya". Questa è la realtà, tutto il resto è un pessimo film mai visto», ha detto il capogruppo del Pdci al Parlamento europeo. Intanto ieri, placato in parte il fuoco delle polemiche, alla Camera e al Senato è stato espresso il cordoglio per i nostri militari massacrati. «La Camera dei Deputati esprime il suo profondo dolore per le vittime del vile attentato terroristico a Nassirya», ha detto Fabio Mussi (Ds) che presiede la prima seduta della Camera della XV legislatura, invitando l'assemblea a osservare un minuto di silenzio. La Camera, aggiunge Mussi, «esprime la sua vicinanza solidale alle famiglie, all'Arma dei Carabinieri, all'Esercito italiano. Sentiamo forte da qui lo sgomento del nostro Paese e dei cittadini, oggi uniti nel lutto per la scomparsa dei nostri militari, caduti nell'adempimento del loro dovere. Sono sicuro che è lo stesso stato d'animo dei deputati presenti in quest'Aula». Mussi ha scandito i nomi dei militari: «Nicola Ciardelli, Capitano dell'Esercito, 34 anni, caduto; Franco Lattanzio, Maresciallo Capo dei Carabinieri, 38 anni, caduto; Carlo De Trizio,Maresciallo Capo dei Carabinieri, 38 anni, caduto; Enrico Frassanito,Maresciallo aiutante dei Carabinieri, 41 anni, ferito. Con loro è caduto Hancu Bogdan, caporale della Polizia Militare rumena». E un minuto di silenzio è stato chiesto anche a Palazzo Madama dal senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro, presidente anziano dell'Assemblea, che ha aperto i lavori della XV legislatura. L'ex capo dello Stato ha ricordato in apertura le vittime dell'attentato dell'altro ieri. Dopo i sessanta secondi di riflessione e preghiera per i nostri caduti, l'ex presidente della Repubblica ha concluso citando l'articolo 11 della Costituzione: «L'Italia ripudia la guerra».

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