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Andreotti: sei senatori dell'Unione mi voteranno

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L'ex presidente del Consiglio sicuro di avere dalla sua parte parlamentari esterni alla Cdl

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Così, da qui a venerdì, se nessuno dei due sfidanti deciderà di ritirarsi (ipotesi che al momento sembra alquanto improbabile), diventa assolutamente determinante il lavoro delle rispettive diplomazie. Diplomazie che sono ormai all'opera con un unico scopo: quello di strappare un voto in più all'avversario. Al momento, per la verità, la matematica arride all'esponente della Margherita che, salvo sorprese, potrebbe già contare su 162 voti (esattamente quelli che gli servirebbero per diventare presidente del Senato nei primi due scrutini). Ai 158 dell'Unione, infatti, si aggiungerebbero quelli di 4 senatori a vita: Rita Levi Montalcini, Oscar Luigi Scalfaro, Giorgio Napolitano e Emilio Colombo. Qui, però, la logica lascia spazio all'imprevisto. Nella Cdl, infatti, sono sicuri che il «segreto dell'urna» porterà qualche sorpresa. Sarebbe stato lo stesso Andreotti a dare assicurazioni in tal senso. «Il senatore a vita - dice un esponente della Cdl - ci ha detto di poter contare su sei senatori che sicuramente voteranno per lui. Anche per questo abbiamo deciso di puntare su di lui». Se la «dote» di Andreotti corrisponde a verità, significa che, a questo punto, sarebbe lui ad avere la maggioranza con 162 voti (156 della Cdl più i sei «andreottiani»). La domanda a questo punto è: ma chi sono i sei senatori fedeli al senatore a vita? Le ipotesi si rincorrono. Secondo i ben informati i sei «franchi tiratori» farebbero parte del gruppo delle autonomie (che Andreotti ha indicato come artefici della propria candidatura). Ma ieri Oskar Peterlini e Manfred Pinzger, eletti nella lista Svp, hanno assicurato che rimarranno fedeli all'accordo col centrosinistra. Così i «sorvegliati speciali» sono diventati i tre senatori Udeur. Ma anche su questo fronte si registra una secca smentita. «Voteremo Marini e mostreremo le schede in Aula, per evitare strumentalizzazioni» ha annunciato ieri Nuccio Cusumano, vice coordinatore del partito di Mastella. L'unico a non sciogliere la riserva, per il momento, è il neosenatore Luigi Pallaro che ieri, nonostante un colloquio con Francesco Rutelli, ha dichiarato: «Non ho finito le mie consultazioni le continuerò anche domani (oggi ndr) e a breve prenderò una decisione». Ma è matematicamente impossibile che il solo Pallaro possa risultare decisivo. In attesa di sapere come finirà, Oscar Luigi Scalfaro prova a dissuadere Andreotti. «Se fosse come lui dice - ha detto ieri l'ex Capo dello Stato riferendosi alla candidatura del collega - per unire, anziché per dividere, bisognerebbe dimostrarlo molto chiaramente». Per tutta risposta Andreotti sceglie il silenzio stampa. «Il senatore ha deciso di non parlare per almeno un paio di giorni», dicono i suoi collaboratori. Ma in molti giurano che, nel pomeriggio di ieri, quando insistentemente si è diffusa la notizia di un suo possibile ritiro, il senatore abbia assicurato i suoi: «Guardate che non è vero».

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