Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Non ci saranno lacrime e sangue ma non siamo il Bengodi»

default_image

  • a
  • a
  • a

Anzi ritengo che si dovrebbe andare all'Ecofin già con il Documento di programmazione fatto per dare un segnale forte a livello internazionale del rigore e della serietà di questo governo». Roberto Pinza, presidente della Consulta economica della Margherita, sostiene che la priorità è quella di rassicurare i mercati che il nuovo governo intende agire sul fronte della riduzione del deficit ma anche su quello del sostegno della ripresa. Ma la situazione è proprio così drammatica? «Prima bisogna vedere i conti. Gli organismi internazionali, dal Fmi alla Bce, hanno mostrato che sta venendo a galla una realtà che la Cdl voleva mascherare. Ovvero la drammaticità dei conti pubblici. C'è la grande preoccupazione a livello internazionale dell'aumento del deficit. Allo stato dei fatti il Dpef diventa cruciale tanto più che quando andremo a vedere i conti nel dettaglio emergerà di sicuro un peggioramento. La priorità del nuovo governo è la riduzione della spesa pubblica che con la Cdl è esplosa». Questo vuol dire una manovra da lacrime e sangue? «Niente lacrime e sangue. Noi vogliamo anche dare impulso all'economia». Ma come farete a conciliare la riduzione del deficit con l'abbattimento di 5 punti degli oneri sociali come indicato dal programma dell'Unione? O ci dovete rinunciare? «Niente affatto. Il programma è stato fatto in modo realistico tenendo conto di un piano di rientro del deficit e delle coperture necessarie per finanziare alcuni interventi. Basta ridurre la spesa pubblica e si trovano i soldi per gli oneri sociali». Prenderete qualche suggerimento dal centrodestra? Come la riduzione dell'Ici? «Tutto si può fare l'importante è che sia compatibile con le finanze pubbliche». Ecco di nuovo la sinistra che chiede sacrifici? Non temete di essere antipopolari? «C'è questo rischio ma finora agli italiani sono state raccontate tante bugie. È stato detto che tutto andava bene e ora gli organismi internazionali ci dicono che non è vero. L'Italia è a crescita zero. Questo centrodestra è alla Peron, si è preoccupato solo di spendere senza dare la copertura facendo credere agli italiani di essere nel bengodi. ma la realtà è diversa. Questo non vuol dire che prospettiamo lacrime e sangue. Se le cose andranno per il verso giusto si potranno anche ridurre le imposte. L'Unione non intende aumentare le imposte come ha fatto credere la Cdl». Ma non temete voi centristi le rivendicazioni sul piano dell'economia della sinistra estrema? «Ma quale sinistra estrema? L'Ulivo vale da solo il 31%. Non c'è un prevalere della sinistra estrema, l'Ulivo è ben robusto. Semai sono altre le cose che preoccupano. la gente deve essere messa al corrente dello stato reale dei conti pubblici e delle bugie che sono state dette. Ma per questo abbiamo tanto tempo davanti a noi». L.D.P.

Dai blog