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Il sogno di Pallaro è la Grosse Koalition

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C'è anche il tempo per il gioco della margherita (riferito al fiore) in questo sfiancante post-elezioni. A sfogliarla il neo senatore italo-argentino, Luigi Pallaro, eletto nella circoscrizione Sud America, che ancora sembra non aver preso una decisione su chi votare una volta accomodatosi a Palazzo Madama. Alla faccia di chi tirandolo per la giacchetta lo aveva già arruolato tra le fila del centrosinistra. A questi Pallaro risponde secco: «Deciderò la prossima settimana». E chissà alla fine a chi rimarrà l'ultimo petalo. Ma c'è anche chi prevede un epilogo diverso. Un finale con colpo di scena. Due giorni fa un articolo di Claudio Mario Aliscioni, pubblicato su El Clarin avanzava l'ipotesi di un impegno del senatore a favore della grande coalizione. Nessun intento per sostenere uno schieramento o l'altro ma il tentativo per trovare un'intesa tra i due poli. Un'analisi fatta ascoltando i sostenitori del presidente della Camera di Commercio italiana in Argentina, quelli che lo hanno sostenuto durante la campagna elettorale e di cui oggi lui vuole esserne il rappresentante. Da qui viene fuori un quadro ben lontano da quello che si aspettavano i leader dell'Unione e che recupera l'idea berlusconiana della larga intesa. L'obiettivo di Pallaro, secondo l'articolista, sarebbe di dare vita ad una grande coalizione tra CdL ed Unione, mettendo attorno allo stesso tavolo Berlusconi e Massimo D'Alema. La situazione così complessa, infatti, non permetterebbe ad un governo di maggioranza di andare davanti da solo ed allora per il presidente degli imprenditori italiani sarebbe indispensabile concordare i punti del nuovo programma della Grosse Koalition all'italiana. Un patto di governo su dieci, dodici punti, per consentire a Prodi di governare. Altrimenti non sarà possibile per Prodi governare. Certamente rimane da chiarire se per Pallaro dovrà essere il Professore bolognese a guidare il Governo e se Berlusconi accetterà. Ma comunque sia, se fosse così sarebbe davvero un brutto colpo per il centrosinistra. Addio governo di centrosinistra. Addio esecutivo forte. Spazio, invece, all'ipotesi che da tempo avanza ed accarezza Berlusconi, cioè quella di creare un governo di larghe intese. Intese a parte la situazione rimane molto fluida e complessa. E probabilmente lo stesso Pallaro non pensava di trovarsi a fare da ago della bilancia. Infatti le sue decisioni potranno avere enormi risvolti se si pensa che il suo voto al Senato potrebbe essere determinante per la vita del futuro governo. A Palazzo Madama l'Unione dispone di soli due senatori di maggioranza ed il passaggio tra le fila della CdL del presidente della Camera di Commercio italiana in Argentina metterebbe in grave pericolo la tenuta della già risicatissima maggioranza. Per questo l'Unione aveva da tempo puntato l'attenzione su di lui, tirandolo per la giacchetta, attribuendogli dichiarazioni di voto favorevoli alla maggioranza di centrosinistra. Ma lui ha sempre cercato di tenersi a distanza misurando le parole e gli interventi. Dichiarazioni che qualcuno interpretò come a favore di Prodi, come quando disse: «Non voterò mai contro un governo». Ma la realtà è ben diversa. E tutto rimane per ora in sospeso. Intanto i quotidiani impazzano. Soprattutto quelli argentini che hanno seguito tutta la campagna elettorale. Proprio El Clarin sta dando largo spazio politica italiana in questo delicato momento. E ora forse proprio dal giornale argentino può arrivare la chiave di lettura per capire le scelte che farà Pallaro. Fantapolitica? Potrebbe essere, ma sta di fatto che la situazione è così incerta che tutto può accadere. Anche una grande coalizione. Non una novità, secondo El Clarin, visto che il Governo Andreotti fu appoggiato dai comunisti. Allora nel segno del «puro realismo politico italiano» un Governo Prodi sostenuto da Berlusconi? Per El Clarin è possibile.

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