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«Chiunque abbia vinto resteremo alleati»

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E la prudenza è stata resa man mano maggiore dall'incertezza dei dati. Tutti gli osservatori, politologi, giornalisti, diplomatici, sono però concordi nell'indicare che le relazioni resteranno, comunque, eccellenti: «Chiunque abbia vinto, siamo e saremo amici», è il senso delle dichiarazioni. Ma la sconfitta di Silvio Berlusconi sarebbe, certamente, una brutta notizia per il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, che con il presidente del Consiglio italiano ha stabilito un rapporto personale forte e amichevole. Il risultato italiano suonerebbe, in tal caso, conferma del fatto che molti stretti alleati del presidente americano hanno difficoltà a sopravvivere, nelle elezioni nazionali, all'effetto negativo che la contiguità con Bush ha sulle loro opinioni pubbliche nazionali. A Washington, le fonti autorizzate della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato dribblano le sollecitazioni a commentare a caldo: «Non commentiamo mai gli exit poll — ha spiegato Fred Jones, portavoce alla Casa Bianca del Consiglio per la sicurezza nazionale — Aspettiamo sempre i risultati». Analoga è stata la posizione del Dipartimento di Stato.

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