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Il comunista Diliberto tiene testa al Cav

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Faccia a faccia a «Matrix» tra battute calcistiche e reciproci attacchi

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Il conduttore Enrico Mentana ha infatti «arbitrato» l'incontro tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il leader dei Comunisti Italiani. Nell'attesa del premier, Mentana ricorda alla platea presente in studio che proprio in quegli ambienti fu realizzato, nel 1994, l'incontro tra Occhetto e Berlusconi. Mentana ricorda di aver incontrato Berlusconi e Diliberto in mattinata e di aver deciso insieme a loro le linee principali su cui si sarebbe svolto l'incontro. L'ex direttore del Tg5 ironicamente racconta come la scorsa settimana Diliberto avesse incontrato, proprio a Matrix, il ministro Storace e sottolinea: «Sappiamo tutti come è andata a finire. Ma per fortuna Berlusconi non è superstizioso» (il riferimento è alle fresche dimissioni del ministro della Salute). Quasi per alleggerire la successiva incandescente atmosfera le prime battute tra Diliberto e Berlusconi sono sul calcio. Sarà un caso, ma quasi per par condicio, uno dei due contentedenti (Diliberto) è interista mentre l'altro (ovviamente Berlusconi) milanista. Enrico Mentana, prima dell'inizio delle ostilità, fa anche «scattare» l'applausometro per ambedue i partecipanti tra un pubblico in studio che, sottolinea, è equamente suddiviso tra supporter dell'uno e dell'altro. La puntata inizia ricordando come Diliberto abbia lanciato la sfida a Berlusconi proprio in una scorsa puntata di Matrix. Sfida raccolta proprio ieri, venerdì, serata in cui, secondo i maligni, Bruno Vespa non era in onda. Il dibattito tra Berlusconi e Diliberto inizia subito in un serrato botta e risposta e l'atmosfera, inizialmente goliardica, si fa seria in un confronto duro, ricco di battute e di cifre che i due candidati snocciolano opportunamente supportati dai due voluminosi dossier preparati in questi giorni. Il primo tema affrontato è quello delle pensioni: Diliberto mostra una busta paga di un lavoratore cinquantenne che percepisce circa 400 euro al mese. Subito dopo il premier stigmatizza lo schieramento a sinistra della maggior parte dei quotidiani italiani e lamenta come la Rai non abbia ritenuto opportuno mandare in onda la diretta del suo intevento al Congresso americano. Poi si passa a discutere di occupazione (cresciuta secondo il premier) e di disoccupazione (aumentata secondo Diliberto). Di taglio di fondi alle scuole e di riforma Moratti (difesa dal premier, aspramente attaccata da Diliberto), fino al diritto all'istruzione e alla legge Biagi. Altri temi del contendere sono stati la legittima difesa, il concetto di Stato e di comunismo, la leva obbligatoria, i conti pubblici, il terrorismo, l'inflazione, la cultura, le infrastrutture, le grandi opere pubbliche, con uno scambio a questo proposito di battute: «Ci sono le pulci sui treni», dice Diliberto. «Sono quello che abbiamo ereditato dalla vostra gestione», replica Berlusconi a un Diliberto che a un certo punto afferma che se fosse possibile cancellerebbe tutte le leggi fatte da Berlusconi. «Ma so che non potrà mai essere» stigmatizza. Le questioni internazionali sono state affrontate superficialmente solo verso la fine: le tematiche italiane hanno tenuto banco. Interventi che vengono sottolineati da continue prese di posizione di un pubblico bipartisan e dagli interventi, sporadici ma sempre puntuali, di Enrico Mentana che ci tiene a dimostrare (come lui stesso sottolinea) di essere un arbitro imparziale. Altro punto focale del confronto è l'argomento magistratura particolarmente sentito da entrambe le parti. Mentana ricorda che lunedì prossimo ci sarà il faccia a faccia tra Fini e Rutelli. Subito dopo il conduttore invita i due partecipanti a rivolgere ciascuno un appello agli elettori: in due minuti, prima Diliberto poi Berlusconi, si sono rivolti agli italiani spiegando i motivi per cui avrebbero dovuto votare per loro. Una stretta di mano finale ha sugellato la conclusione dell'estenuante faccia a faccia.

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