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Sulle tracce di Qui, Quo, Qua e Ciccio

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Dalle intercettazioni sono emersi i nomi in codice utilizzati per i due candidati

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Con i tre nomi disneyani alcuni degli arrestati nell'inchiesta sui detective privati corrotti definivano gli oggetti del presunto "spionaggio" politico. L'ordinanza - con la quale il gip Paola Belsito ha disposto l'arresto di 16 persone tra investigatori di agenzie private, due finanzieri, un poliziotto e due dipendenti di società telefoniche - è racchiusa in un plico di oltre 300 pagine. La Belsito osserva anche che «difficilmente si riesce ad identificare chi in concreto ha commissionato le investigazioni». Ma aggiunge che appare comprensibile come il ricorso al sistema delle «investigazioni parallele» nasconda «la volontà o comunque il tentativo di condizionare un certo risultato o magari di falsarne l'esito». Secondo la ricostruzione l'incarico di investigare sui tre personaggi venne «affidato» alla fine di febbraio 2005 a Pierpaolo Pasqua, titolare della Security Service Investigation, «da un soggetto inserito presso la Regione Lazio ed interessato all'esito delle elezioni regionali del Lazio». Da quel che risulta agli atti dell'inchiesta il 24 febbraio 2005 Pasqua ebbe una conversazione telefonica con un certo Niccolò, che viene «ragionevolmente» identificato per Niccolò Accame, «che era all'epoca dei fatti di cui si discute legale rappresentante dell'Associazione Lista Storace». Il gip precisa che nei suoi confronti non vi sono richieste da parte del pm, né risulta indagato. Nella telefonata si parla di un certo "intervento" da fare a Roma nel fine settimana: un lavoro di bonifica ambientale all'interno di uffici della Regione. Nella documentazione si fa riferimento anche a un certo «Ciccio», una «persona probabilmente inserita nello stesso ambito politico di colui che viene chiamato "Alemanno" (chiaro il riferimento al ministro Alemanno), e collocato in un luogo di rilievo negli uffici pubblici regionali». Il ministro non risulta comunque coinvolto nell'inchiesta. Dalle conversazioni registrate, osserva il gip, si desume che questo Ciccio sia un personaggio influente: Pasqua, parlando al telefono con la moglie, le spiega che «questo oggi sta alla Regione e domani può andare al Ministero degli Interni». Dalle indagini è emerso che gli "spioni" avrebbero raccolto per il "committente" una serie di dati che riguardavano non solo Marrazzo, ma anche la moglie. Ma è dalle osservazioni dei pm, riportate nell'ordinanza del gip, che emerge un quadro - da accertare - secondo cui «Qui, Quo Qua sono tre persone che rientrano in un piano finalizzato ad agevolare la vittoria elettorale di Francesco Storace, all'epoca governatore in carica della Regione Lazio». Indagando anche sulla legittimità delle firme presentate dalla Mussolini per la sua lista Alternativa Sociale. Adesso l'opposizione chiede a gran voce che il Governo riferisca in Parlamento. Il presidente della Camera ha convocato per martedì prossimo una conferenza dei capigruppo per decidere se invitare o meno il ministro dell'Interno. Il ministro Pisanu ha ribadito che «l'amministrazione dell'Interno è impegnata a garantire, su ogni altro fronte, la sicurezza, l'ordine pubblico e il corretto svolgimento della competizione elettorale».

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