Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Elevato il livello di guardia. Circolare del Viminale: a rischio le manifestazioni elettorali

default_image

  • a
  • a
  • a

L'eventualità di un attentato di terroristi islamici non è più un «generico segnale» ma qualcosa di concreto in seguito alle manifestazioni anti italiane in Libia con il nostro consolato dato alle fiamme e diversi morti e feriti dopo la reazione della polizia di Tripoli. Ieri a Palazzo Chigi vertice d'emergenza con Berlusconi, Letta, Fini e Pisanu. Gli insulti contro Calderoli lanciati dalla folla a Bengasi e i sermoni contro l'ormai ex ministro leghista tenuti nelle moschee di Herat e Nassiriya fanno temere per un'escalation delle violenze anche nel nostre Paese. E il pericolo, come hanno sottolineato proprio nell'ultima relazione i servizi segreti, sono i terroristi «free lance»: giovani che si improvvisano mujaheddin sull'onda emotiva sul modello dei kamikaze di Londra. Timori che neppure l'attentato a Nassiriya aveva diffuso dentro i nostri confini. Così da ieri sono aumentati i controlli in tutti i 17 mila obiettivi sensibili, tra i quali aeroporti, sedi istituzionali, sinagoghe. Ma il ministero dell'Interno ha rinnovato la disposizione di tenere sotto particolare attenzione i cosidetti «soft target»: centri commerciali, mezzi di trasporto urbano come bus e metropolitane e tutti i luoghi di aggregazione. In vista delle scadenze elettorali il Dipartimento di Ps ha ieri emesso una circolare diretta a tutti i questori invitati al potenziamento dei controlli su tutti gli obiettivi sensibili, ma soprattutto fa riferimento alle manifestazioni di carattere politico organizzate «sul territorio nazionale rispetto a quanto avvenuto a Bengasi». A questo dispositivo partecipano anche gli uomini e le donne delle Forze Armate. E fino a qui il livello di guardia visibile. All'antiterrorismo di polizia e carabinieri nonchè ai nostri 007 il compito di vigilare in silenzio. Sorvegliati speciali, come del resto avviene da tempo, tutti i canali di comunicazione. Telefoni, e-mail, forum su internet. Proprio durante uno di questi controlli l'altra sera è finito in manette a Milano un tunisino che al telefono con un suo parente aveva confessato: «Ho sognato che sono morto. Si è presentato a me l'Angelo della morte e mi ha detto: "Devo prendere la tua anima"... Vado a sposarmi a Milano, venerdì o sabato. Se Dio mi appoggerà». I carabinieri del Ros lo hanno fermato seguendo le tracce del suo telefonino. Il giovane, con precedenti penali per droga, è detenuto, per ora, per immigrazione clandestina. Ma la sua posizione potrebbe cambiare se gli accertamenti in corso da parte della magistratura bolognese dovessero scoprire elementi più gravi. I discorsi al telefono possono far pensare a un esaltato, forse a un immigrato turbato dalle recenti tensioni provocate dalle offensive vignette sul Profeta o dalla piaga sanguinosa dell'Iraq. Ma chi indaga non esclude che l'uomo possa far parte di una organizzazione eversiva. Secondo indiscrezioni il nordafricano era in contatto con ambienti radicali che gravitano attorno a una moschea di Reggio Emilia ed è legato a estremisti nell'area di Piacenza. L'attenzione dell'intelligence è comunque centrata sui «cani sciolti» che potrebbero aver maturato la decisione di diventare «shahid», martiri, spinti da quanto sta accadendo intorno alla «guerra delle vignette». Giovane, immigrato, senza lavoro o con un'occupazione saltuaria che frequenta phone center o ristoranti halal (di cucina islamica), dove si fa proselitismo alle idee jihadiste, navigatore su internet dove visita i siti di ispirazione qaedista. Questo l'identikit dell'aspirante «combattente» che potrebbe, nutrendosi sul web di idee estremiste e imparando a maneggiare esplosivi alle lezioni virtuali dell'jihad elettronica, diventare un potenziale terrorista. E questo senza che vi sia necessariamente una struttura organizzata dietro l'eventuale gesto. Le minacce dei gruppi legati ad Al Qaeda contro l'Italia sono diventate una costante negli ultimi t

Dai blog