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«Sono il Gesù della politica, una vittima»

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Berlusconi a una cena elettorale ad Ancona: «Su Napoleone scherzavo, però io mi sacrifico per tutti»

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Così dovete fare anche voi imprenditori». La frase di Berlusconi, che ha suscitato quache perplessità anche all'interno di Forza Italia, è arrivata sabato sera a metà di una cena elettorale organizzata ad Ancona, alla quale hanno partecipato circa 500 persone. Il leader della Cdl ha osservato di essere particolarmente impegnato nella campagna elettorale anche dal punto di vista economico («spero che i miei figli non mi interdicano», ha detto scherzando), chiedendo un forte impegno anche agli imprenditori presenti, tra cui c'erano Mario Clementoni (industria dei giocattoli), lo stilista Giorgio Grati, e lo stilista Cesare Paciotti. Ma in sala era presente anche il «bancarellaro» più famoso di Ancona, Gregorio. Mentre si pasteggiava a base di pesce con olive ascolane cotte dal sindaco di Ascoli Piceno, Piero Celani (la cena è stata offerta dal presidente di Confindustria di Macerata Germano Ercoli), Berlusconi ha sollecitato ad impegnarsi per la vittoria della Cdl alle prossime politiche. «Noi siamo per un'Italia da amare — ha detto — mentre loro, quelli della sinistra, sono per l'Italia dell'invidia». E poi ha aggiunto: «Ad Ancona sono arrivato stanco, me ne vado rinfrancato. Al di là dei sondaggi sono sicuro che potremo vincere. Attenzione — ha aggiunto — perché se va al potere la sinistra i problemi saranno per gli imprenditori, specie in una zona come questa che è territorio delle piccole e medie imprese. Una vittoria della sinistra dobbiamo evitarla a tutti i costi». Per questo Berlusconi ha invitato i presenti ad andare «porta a porta, a stampare i manifesti». «Abbiamo di fronte un periodo breve — ha proseguito — ma abbiamo la forza per cambiare le idee di quanti credono alle profezie negative sparse dalla sinistra, profezie che hanno creato un clima negativo». Non è mancato un attacco ai magistrati, che Berlusconi ha definito «agenti dei partiti comunisti». Poi, un accenno al caso Unipol: secondo il premier c'è una «diversità di trattamento tra Giovanni Consorte e Gianpiero Fiorani. Consorte è libero di andare a Montecarlo e di aprire tutti i cassetti, invece Fiorani è in galera. E poi guardate cosa hanno fatto appena Ricucci ha provato a fare qualcosa...». Il premier ha approfittato dell'occasione anche per prendere le distanze dall'imprenditore marchigiano Diego Della Valle: «Silvio, Silvio, ma quale Silvio... Della Valle l'ho visto solo due volte e una ad un matrimonio sul lago Maggiore, ma quale amicizia con lui...» Tra un piatto e l'altro, in sala c'è anche la musica: risuonano le note del «Nessun dorma» della Turandot di Puccini, e a un certo punto Berlusconi ha lasciato il suo tavolo color avorio e azzurro, si è avvicinato al pianoforte e ha accennato una canzone francese. E la musica ha portato il presidente del Consiglio a parlare ancora una volta dei media: secondo lui sono «tutti quanti nelle mani della sinistra, l'Unità in particolare». «Leggete l'Unità, ogni tanto, però non compratela tutti, e vedrete che ho ragione. Si sono permessi di dire che abbiamo usato i servizi segreti contro la sinistra. Noi — ha ribadito — non lo abbiamo fatto, perché noi non siamo come quelli della sinistra». Infine, una battuta sulle donne: «Io — ha raccontato — non ho fatto un voto di castità. Quando mi chiedono se sono fedele a mia moglie me ne cavo sempre con la battuta "frequentemente". Comunque — ha concluso — non mi piacciono quelli che non apprezzano l'altra metà del cielo». La serata è stata conclusa da una mega torta con i colori di Forza Italia.

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