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di GAETANO MINEO PALERMO - Nello Musumeci candidato alla presidenza della Regione Siciliana.

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Si spezza così in Sicilia il duopolio Cuffaro-Borsellino per la corsa a governatore di giugno prossimo. Allo stesso tempo, cresce sempre più un altro movimento autonomista in Sicilia. Una realtà politica, As, nata sei mesi fa dopo che lo stesso europarlamentare siciliano ha sbattuto la porta in faccia al suo ex leader di An Fini. Di certo, Musumeci non appoggerà la candidatura di Cuffaro. Anzi, rivolgendosi proprio a Cuffaro il leader di As rilancia il suo ritiro, spiegando che «la sua candidatura la riteniamo inopportuna perché offre a una sinistra senza idee e argomenti, il pretesto per costruire una campagna elettorale». Tuttavia, l'eurodeputato ribadisce «la convinzione dell'innocenza di Cuffaro». A questo punto, si aprono due nuovi scenari. Il primo, vede Musumeci, sempre che Cuffaro faccia un passo indietro, candidato a Governatore di tutta la Cdl. In merito, l'assise di ieri ha votato all'unanimità un emendamento che, in sostanza, è un'apertura di As verso la Cdl qualora assieme si miri a una candidatura a Governatore con una «radicale inversione di tendenza rispetto agli ultimi cinque anni». Come dire ancora «no» a Cuffaro. L'altra carta per Musumeci Governatore è il solo sostegno dei Movimenti. Il primo banco di prova saranno le politiche del 9 aprile. Un appuntamento che proprio vari gruppi autonomistici siciliani stanno preparando abbozzando una lista unica al Senato. «Potrebbe risultare la seconda forza politica isolana», sottolinea, gongolando, Musumeci. E proprio su questo, nei prossimi giorni, si lavorerà tenuto conto dei tempi stretti per la presentazione dei simboli elettorali. Quella di ieri è stata un'assemblea di oltre mille partecipanti e particolarmente catalizzata dalla relazione di Musumeci animata, tra l'altro, da diversi attacchi al centrosinistra. In particolare, l'ex uomo di Fini si è soffermato sull'annosa questione dell'immigrazione: «La sinistra parla soltanto di doveri e non diritti degli immigrati». Poi, da toni già da candidato a governatore, spara su Rita Borsellino: «Un presidente di Regione non può essere ostaggio della sinistra radicale, integralista e che clandestinamente appoggia la tossicodipendenza». E ancora: «Rita Borsellino, tra l'altro, qualora venisse eletta sarebbe ostaggio delle posizioni della sinistra radicale che si rifà innanzitutto ai Verdi e a Rifondazione comunista che certamente non la lascerebbero libera. A mio avviso, invece, un presidente della Regione deve essere libero da lacci e laccioli e deve rispondere esclusivamente ai siciliani del suo operato. Per questo — aggiunge Musumeci — la ritengo inadeguata a ricoprire questo ruolo». Insomma, in Sicilia, come nel resto d'Italia, il clima elettorale si fa sempre più incandescente. Sui contenuti politici della kermesse elettorale, Musumeci addirittura guarda con distacco «Cdl e Unione che hanno iniziato il confronto sul tema mafia-antimafia, che sicuramente è importante, dato la Regione in cui ci troviamo, ma è altamente riduttivo nel dare risposte concrete ai siciliani, che hanno invece bisogno di avere un programma che si basi sulla crescita, sul lavoro e sullo sviluppo della nostra Isola».

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