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La Quercia terrorizzata dall'«ultima zarina»

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Anna Serafini, moglie del segretario, decide, sceglie e condiziona le candidature dei Ds

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Anna Serafini, alias «lady Fassino», esponente dei Ds nonché moglie del segretario della Quercia, è da qualche settimana il «vero terrore» di esponenti più o meno noti del partito. Soprattutto tra le donne dove, al di là dei proclami elettorali (il partito punta al 30% di elette al Senato) sembra vigere la regola non scritta: «posto assicurato solo con il placet di lady Anna». Alcuni esempi sono già finiti alla ribalta delle cronache in questi giorni. Ad esempio a Crotone dove è iniziata una vera e propria guerra tra i dirigenti locali del partito e «lady Fassino». Motivo del contendere la candidatura di Marilina Intrieri, oggi esponente dei Ds, ma con un passato da consigliere regionale nelle fila del Cdu di Rocco Buttiglione (di cui è stata anche membro del consiglio nazionale). Una candidatura, fortemente sgradita ai ds calabresi, dietro la quale ci sarebbe la mano di Anna Serafini. Ma la tensione tra i vertici locali della Quercia e la Serafini ha origini lontane. Come dimenticare, infatti, il botta e risposta tra lady Fassino e il segretario regionale dei Ds, e vicepresidente della Giunta Loiero, Nicola Adamo? Uno scontro nato per una frase che Adamo avrebbe pronunciato alla fine del Comitato Politico e legata alle polemiche nate attorno all'attività della Giunta. «Ora facciamo chiarezza su tutto - avrebbe detto Adamo - anche sulla moglie di Fassino». Parole che hanno scatenato la dura reazione della Serafini. Ma, al di là dell'episodio concreto, sono in molti, all'interno della Quercia, a puntare il dito contro lo strapotere di «lady Fassino». Al punto che c'è chi è pronto a giurare che ci sia lei dietro alcune clamorose decisioni relative alle teste di lista che i Ds schiereranno alle prossime elezioni politiche. Un caso da manuale sarebbe quello di Anna Finocchiaro, la deputata diessina («dalemiana di ferro») dirottata al Senato come capolista in Sicilia. Una scelta che ha destato non poche perplessità e dietro la quale si nasconderebbe la longa manus della «zarina». La Finocchiaro, infatti, in questi anni è stata a capo della «task force» dei Ds in commissione Giustizia, cioè di quel drappello di deputati che, più di altri, si è battuto contro le leggi «ad personam» varate dalla maggioranza. «Eppure - commenta un deputato Ds - neanche questo le è bastato per vincere "certe" resistenze». Che dire poi di Giovanna Melandri? Secondo indiscrezioni anche lei sarebbe finita nel mirino di «lady Fassino» salvo essere «ripescata» e «salvata» da un intervento in extremis del sindaco di Roma Walter Veltroni. Sorte diversa è toccata a Marina Sereni e Barbara Pollastrini che si sarebbero invece guadagnate un posto di riguardo (la prima dietro Prodi in Umbria, la seconda capolista in Lombardia 3) proprio per gli ottimi rapporti che hanno con la Serafini. D'altronde, al Botteghino non è una novità che la signora Fassino abbia un certo margine di manovra. Chi ha la memoria storica ricorda ancora quando, senza colpo ferire, riuscì a portare la propria collaboratrice Livia Marsico all'interno del Consiglio Nazionale della Quercia. Nulla di eccezionale, certo, come non sembra eccezionale il fatto che oggi a Roma la Serafini farà da madrina alla presentazione della Fondazione Hume promossa dall'ex direttore del Corsera Piero Ostellino. Ma in Transatlantico qualcuno, comunque, si interroga: «che c'azzecca la Serafini?» N. I.

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