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Fassino: «Basta aggressioni Berlusconi è irresponsabile»

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Piero Fassino, dopo aver stigmatizzato di nuovo la decisone del capo del governo di denunciare alla magistratura i leader del maggior partito d'opposizione per presunti coinvolgimenti nell'opa Bnl, sottolineandone «la provocazione politica che gli si è ritorta contro» ha lanciato l'invito a ristabilire «un clima sereno» in vista delle elezioni politiche. Dal palco del convegno dei Ds sulla Giustizia, lo stesso da cui aveva reagito all'offensiva giudiziaria del Cavaliere, Fassino ha rivolto un appello ai leader della Cdl ad un «comune senso di responsabilità» affinchè sia possibile «ristabilire il clima necessario perché le elezioni possano svolgersi in modo compatibile». Il segretario dei Ds ha citato Berlusconi, Casini, Fini e Bossi chiedendo che «ci si fermi, non si proceda oltre» ma si è rivolto anche ai leader dell'Unione perché «tutti assumiamo un comportamento che ci consenta di superare una lacerazione che può davvero essere devastante per il Paese». A via Nazionale parlano di un appello «al buon senso» per non avvelenare ulteriormente il confronto elettorale e le prime reazioni dalla Cdl che respingono l'appello considerandolo strumentale non sorprendono ma sono considerate «deludenti». Fassino si rivolge ai leader della Cdl sottolineando come «in questi giorni sono stati silenti» sulle iniziative del premier con l'auspicio che possano convincere Berlusconi a desistere nella «campagna di aggressione». «Siamo ad un punto limite che rischia di mettere in discussione la regolarità della convivenza democratica» ha avvertito il segretario dei Ds che ha spiegato come questo appello viene formulato «non perchè abbiamo nulla da temere su nessun fronte» precisando «non c'è nessuna indiscrezione allusa o annunciata, nè indagine che ci possa preoccupare». In sostanza, Fassino chiede di chiudere con «veleni e aggressioni» per tornare al confronto politico avvertendo che i Ds non fanno questo per il timore che si scopra qualche coinvolgimento. Al leader della Quercia, spiega un dirigente della Quercia, serve apparire come persona che è stata aggredita e offre «a chi lo ha accusato senza aver prove, come è apparso dall'audizione, la possibilità di ravvedersi e accettare un civile confronto». Nello specifico, infatti, Fassino ha osservato come le accuse del premier riguardavano «una normale colazione di lavoro che qualsiasi uomo politico fa nell'arco della propria attività politica». Ma al botteghino non si fanno soverchie illusioni su quale sarà la risposta del Cavaliere e quindi non c'è stata alcuna sorpresa quando in una conferenza stampa, convocata nel pomeriggio il presidente del Consiglio ha invitato Fassino a «guardarsi allo specchio» in risposta al suo appello in vista delle elezioni. Se per Berlusconi il «caso Unipol non è chiuso» e sarà al centro della sua campagna elettorale, per i collaboratori di Fassino questo servirà a dimostrare che il premier veste i panni del «gran calunniatore» con «un atteggiamento di irresponsabilità che danneggia il Paese» per la carica che riveste. «Berlusconi vuole ad ogni costo la rissa e pensa così di nascondere i disastri del suo governo» ha osservato Vannino Chiti che ha assicurato, comunque, l'impegno dei Ds, in linea con l'appello di Fassino, per una «campagna elettorale che si svolga in modo civile e corretto attorno alle grandi questioni del Paese». Lo scontro quindi prosegue ed è sempre al calor bianco, ma i Ds si sentono più forti e ritengono che un premier «nervoso e calunniatore» non attragga l'elettorato.

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