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«Il centrosinistra dovrebbe stare zitto»

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Lo ha detto il segretario nazionale dell'Udc, Lorenzo Cesa, intervenendo a margine di un incontro politico che si è svolto all'Aquila, sulle inchieste giudiziarie sulle scalate bancarie e sui legami tra politica e alta finanza. «Politicamente credo che non si possa gridare al lupo al lupo, accusando solo in questo momento che ci sono manovre e strumentalizzazioni nelle indagini, non lo si è detto in altre fasi della storia del nostro Paese - ha proseguito Cesa - quindi o si grida sempre al lupo al lupo o si sta in silenzio. Io fossi nel centrosinistra starei in silenzio e mi affiderei alla magistratura». Cesa ha poi sottolineato: «Anche se lo scontro non ci riguarda, avendo noi il senso delle istituzioni, abbiamo rispetto della magistratura e riteniamo che questa sia una vicenda che vada affrontata dal punto di vista giudiziario». «Se - ha continuato - ci saranno responsabilità, come sembra soprattutto nei confronti dei dirigenti di Unipol, sarà la magistratura a valutare non la politica». Secondo il leader nazionale dell 'Udc, «si tratta di una indagine giudiziaria come tante altre, che deve avere il suo corso». «Se ci sono responsabilità verranno fuori dall' indagine, i magistrati stanno facendo il loro dovere con molta correttezza, così pure le forze di polizia giudiziaria». Il segretario nazionale dell'Udc si è anche pronunciato sul tema della «par condicio», per la cui applicazione resta ormai poco tempo. «Il problema della par condicio non sarà affrontato - ha detto - non ci sono le condizioni per farlo, abbiamo venti giorni di tempo, abbiamo problemi seri da affrontare riteniamo che i venti giorni debbano essere spesi bene». «Alle politiche - ha spiegato - il centrodestra va compatto, abbiamo avuto un grande risultato quello di aver portato a casa la legge elettorale proporzionale, che avremmo voluto diversa cioè con la preferenza, ma che riteniamo possa permettere ai singoli partiti di poter dire la loro. Ognuno può esprimere con più forza le proprie opinioni, era quello che volevamo, la discontinuità per noi significava ottenere questa legge».

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