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Banca d'Italia, Draghi convince tutti

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Ieri Berlusconi ha incontrato Ciampi che fino all'ultimo ha insistito per Padoa Schioppa

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Dovrebbe essere lui il successore di Antonio Fazio sulla poltrona di Governatore della Banca d'Italia. La nomina ufficiale ci sarà oggi dopo la riunione del consiglio dei ministri ma il via libera definitivo sembra essere arrivato ieri dopo il colloquio di Berlusconi con il presidente della Repubblica. Draghi però sembra che dovrà attendere il primo febbraio per insediarsi, in tempo comunque per partecipare ai lavori del G7. Fino alla fine del mese prossimo toccherà a Vincenzo Desario, che è stato comunque uno dei nomi circolati ancora ieri per la nomina a Governatore, mantenere la reggenza della Banca d'Italia. Il lasso di tempo servirebbe per consentire a Draghi di lasciare la vicepresidenza di Goldman Sachs. Ma anche per permettere a via Nazionale di concludere le procedure necessarie per adeguare il nuovo statuto di Bankitalia alle nuove norme contenute nella riforma del risparmio. Non da ultima, secondo indiscrezioni, anche l'opportunità di portare a termine gli adempimenti della Vigilanza sull'opa Unipol. La giornata cruciale per la partita di palazzo Koch è iniziata poco dopo mezzogiorno quando Carlo Azeglio Ciampi ha firmato la legge sul risparmio che contiene anche la riforma della Banca d'Italia. E la legge è stata subito pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. A quel punto, almeno sotto il profilo legislativo, non c'erano più ostacoli alla nomina del successore di Antonio Fazio. Così, alle cinque del pomeriggio, Berlusconi è salito al Quirinale, per parlare con Ciampi. Un colloquio di circa un'ora, servito per confrontarsi sul nome del nuovo Governatore. Berlusconi non aveva nessun problema sulla nomina di Draghi, accettato sia dal centrosinistra che dalla Cdl, ma al premier non dispiaceva neppure che a guidare Bankitalia potesse essere Vittorio Grilli, attuale direttore generale del Tesoro. Opzione che però ha fatto storcere il naso a molti perché Grilli era considerato «troppo giovane» — come aveva detto Umberto Bossi — per la poltrona di Governatore. E allora è salito nelle quotazioni Vincenzo Desario, direttore generale di Palazzo Koch e ora reggente temporaneo dopo le dimissioni di Antonio Fazio. Ciampi invece ha difeso fino all'ultimo Padoa Schioppa. Ma dopo il colloquio con Ciampi Berlusconi si è convinto che quella di Mario Draghi era forse l'unica soluzione praticabile. Oggi il premier annuncerà il nome del successore di Fazio in Consiglio dei ministri poi la decisione sarà comunicata al Consiglio Superiore della Banca d'Italia che si riunisce in seduta ordinaria alle 9,30. Il Consiglio, si legge in una nota, si riunisce «per deliberare in merito a quanto previsto, per la parte di competenza, dall'articolo 19, comma 8, della legge sulla tutela del risparmio», cioè per fornire il parere in merito alla nomina del nuovo Governatore. Mario Draghi, romano cinquantottenne, è stato direttore generale del Tesoro per oltre dieci anni ed è l'artefice delle grandi privatizzazioni e l'autore della legge sull'Opa che porta il suo nome. Se la maggioranza si è mostrata compatta sulla sua candidatura, considerata autorevole e di garanzia, anche l'opposizione ne apprezza le qualità. I ministri che per il centrosinistra hanno occupato la poltrona di via XX settembre, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Giuliano Amato e Vincenzo Visco, hanno vissuto proprio con lui la grande stagione delle principali privatizzazioni effettuate dallo Stato. Ed entrambi gli schieramenti politici lo considerano un uomo «del fare», pragmatico e concreto.

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