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di GAETANO PEDULLÀ L'USCITA di scena di Fazio, per quanto prevedibile, ha preso comunque di sorpresa ...

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Secondo le attuali regole, la nomina del nuovo governatore spetterebbe al Consiglio superiore di palazzo Koch, ma l'intenzione manifestata dall'esecutivo di provvedere alla riforma delle regole di nomina e revoca proprio alla luce del caso Fazio, apre adesso uno squarcio di incertezza. Seguendo le norme contenute nello Statuto, il consiglio superiore dopo aver accettato le dimissioni del governatore si sarebbe riconvocato a breve in seduta straordinaria per indicare il successore di Fazio. Ma è improbabile che, proprio nel giorno in cui il consiglio dei ministri dovrebbe esaminare le nuove procedure di nomina, la liturgia di Banca d'Italia prosegua indifferente. Con ogni probabilità si andrà verso un periodo di transizione, in attesa che le nuove norme di nomina vengano varate e quindi applicate. Tra le ipotesi maggiormente plausibili, c'è un periodo di transizione affidato al direttore generale Vincenzo Desario. Almeno fino a quando non sarà legge la riforma del risparmio. Le regole attualmente in vigore prevedono nel caso della nomina o della revoca del governatore, che il Consiglio sia convocato in seduta straordinaria per invito del più anziano in ordine di nomina e di età dei suoi componenti, attualmente Paolo Emilio Ferreri. Per la nomina e la revoca del governatore - prevede l'articolo 19 dello statuto della Banca d'Italia - il Consiglio è presieduto dal componente più anziano. Le deliberazioni devono essere prese con la presenza di almeno due terzi dei membri del consiglio e con il voto favorevole di almeno due terzi dei presenti. La nomina o la revoca del governatore, così come quelle del direttore generale e dei due vice direttori, devono essere approvate con decreto del presidente della Repubblica promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con il ministro del Tesoro, sentito il consiglio dei ministri. Per togliere la decisione al Consiglio superiore di palazzo Koch, la strada più rapida sembra quella di un intervento sulla riforma del Risparmio. E ieri fra le molte ipotesi che si sono rincorse nei corridoi di Montecitorio, è emersa anche quella del decreto legge, per la sola parte relativa alla nuova procedura di nomina del governatore di Bankitalia. Un'ipotesi che è sembrata, per un pò, rafforzata dall'urgenza di indicare i nuovi criteri per poi passare velocemente alla nomina del sostituto di Fazio, evitando il rischio di un vuoto ai vertici della Banca centrale. Ma è una possibilità che sembra piuttosto remota, in primo luogo perchè potrebbe trovare un serio ostacolo soprattutto nel Quirinale. Prima di presentare formalmente le proprie dimissioni Fazio, a quel che si è appreso, ha comunicato al presidente della Repubblica le intenzioni di dimettersi, chiedendo poi di essere ricevuto al Colle nei prossimi giorni, presumibilmente per discutere della propria posizione. Carlo Azeglio Ciampi, che avrebbe consentito a ricevere l'ex governatore, rispetto alla riforma dei criteri di nomina del vertice di via Nazionale ha sempre mantenuto un atteggiamento di grande prudenza. Su questioni così delicate e di impatto tanto significativo per il futuro, è la linea del Quirinale, meglio riflettere bene e prendersi il tempo necessario. Un orientamento che mal si concilierebbe con l'ipotesi del decreto. A parte questa considerazione, il decreto viene nettamente bocciato dall'opposizione. «A che scopo, visto che il testo della riforma è in Aula e vogliamo tutti approvarla al più presto?», si chiede il capogruppo Ds Luciano Violante. Ma a proposito dello spirito di intesa con l'opposizione, le dimissioni di Fazio potrebbero renderla meno stringente. E anche la volontà di accordo sulla successione potrebbe essere meno scontata.

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