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«Prodi? Non l'ha mai invitato nessuno»

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Umberto Pizzi: «Mi spiace per lui, ma per le nostre serate vengono da Milano, Firenze e Bologna»

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Io non ho mai sentito il suo nome nemmeno tra quelli previsti in una di queste riservatissime feste. Penso che a nessuna di queste signore sia mai venuto in mente di invitarlo». Chi parla è il vero principe dei salotti romani. Umberto Pizzi, fotografo tra i più amati e temuti dalla Roma che conta è una sorta di inviato speciale a feste, cene e ricevimenti di alto livello. Un punto di riferimento per chi vuole essere certo di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Perché se non c'è Pizzi con la sua macchina fotografica davanti all'ingresso o anche appostato in un angolo della casa, vuol dire che quel salotto è già «in calo». E di quei salotti tanto odiati dal leader del centrosinistra il mitico fotoreporter sa proprio tutto. Conosce a perfezione abitudini di industriali, politici e direttori di giornali che affollano cene eleganti o feste danzanti. E potrebbe mettere la mano sul fuoco sul fatto che il Professore non è certamente il personaggio più agognato, anzi. Lei, che di politici invitati nelle dimore romane ne vede ogni giorno, che cosa pensa dell'uscita di Prodi sui salotti di potere della Capitale? «Penso che forse è invidioso perché nessuno lo invita. Ma che ne sa Prodi di questi salotti? Assolutamente nulla». Il Professore se la prende con i romani, come se questi salotti fossero riservati solo a politici, industriali e banchieri della Capitale. «Anche questa è una cosa assurda. Dettata dal fatto che lui non li ha mai frequentati. Non sa per esempio che per ogni cena della Angiolillo o della Sospisio, ma anche da Sonia Raule, c'è gente che viene da Milano, Torino, Firenze e Bologna». Faccia qualche esempio. «Ma tanti. A cominciare da Tronchetti Provera e Afef. E poi Miuccia Prada e il marito che vanno spesso dalla Raule e poi tanti direttori di giornali, come Maurizio Belpietro, Ferruccio De Bortoli e altri. Non ha senso quello che dice. Chi frequenta i salotti di un certo livello li frequenta a Roma come a Milano o a Firenze», Insomma, Prodi sui salotti è impreparatissimo. Ma ci sarà una differenza tra quelli di Milano, dei vari Puri Negri e Moratti e quelli romani, delle signore Verusio e Federici? «Beh, la prima differenza è che a Milano alle 23 sono già tutti a nanna, mentre a Roma si tira tardi, meno che dalla Angiolillo dove a mezzanotte suona la ritirata e tutti tolgono il disturbo. Roma è naturalmente più mondana, più trascinante. Ci sono salotti in cui si balla anche, come dalla Federici, dove c'è sempre ottima musica e i politici si buttano in pista divertendosi come matti... Ma Prodi queste cose non le sa e per come si sono messe le cose, penso che non le conoscerà mai». Lei è uno specialista e conoscerà le caratteristiche di questi salotti: magari potrebbe anche aiutare Prodi a rifletterci meglio. Andiamo per ordine, con una sorta di mappa ragionata, dal più istituzionale al più godereccio. «Il più istituzionale e blindato è quello della Angiolillo, nel villino di Trinità de' Monti. È frequentato dal gotha del potere. Sono ospiti abituali: il presidente del Senato Marcello Pera, il sottosegretario Gianni Letta e il banchiere Cesare Geronzi. Ma c'è stato anche Massimo D'Alema e ci vanno spesso anche Piero Fassino e il direttore del Tg3 Antonio Di Bella. Io però sto fuori dalla porta». Dove riesce ad entrare? «Da Guia Sospisio che ha una splendida casa al Gianicolo e da Marisela Federici, sull'Appia Antica. Il salotto della Sospisio è il più aperto, anni fa invitò anche Umberto Bossi. È trasversale: ci trovi Bertinotti e sua moglie Lella, Andrea Manzella e Pecoraro Scanio, ma anche Cesare Romiti. Quindici giorni fa per la festa per i Kennedy, c'erano anche Fabrizio Cicchitto e Mario D'Urso». Da Marisela Federici invece si balla. «Si, è il salotto più frizzante. È frequentato dalla nobiltà nera e anche da molti politici, da Dini a Bertinotti, e dal corpo diplomatico. Ma invita anche molti musicisti che si trovano nella Capitale per qualche concerto». Dove vanno i radical chic? «Da Sandra Verusio a via Dei Coronari o sull'

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