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dall'inviato FIRENZE - Non ci sta Prodi a fare «l'amministratore straordinario» del condominio Italia ...

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E dal Palacongressi di Firenze risponde all'intervista rilasciata dall'Ingegnere al Corriere della Sera. «Non sono un amministratore. Accetto volentieri l'aggettivo perché la situazione è straordinaria, non accetto il sostantivo. Non perché non mi piaccia amministrare, ma perché bisogna cominciare a usare per la politica il linguaggio della politica non quello aziendale». Parole pronunciate senza mai alzare neppure un po' il tono della voce, come è costume di Prodi, ma dalle quali si capisce che quell'intervento di De Benedetti non gli è piaciuto affatto. Per questo a metà del suo intervento torna, quasi distrattamente, sul tema anagrafico: «È vero che si presentano gli stessi candidati di dieci anni fa, ma il fatto di essere ultrasessantacinquenne mi dà la garanzia di non turbare le statistiche italiane del futuro. Comunque vi assicuro che il mercato della politica è molto concorrenziale e vorrei che lo fosse anche in futuro». Ai diessini assiepati per ascoltarlo il Professore dispensa un po' di carezze, tanto per far capire che non pende dalla parte della Margherita («senza la vostra generosità e la vostra intelligenza politica non ci sarebbe l'Ulivo») poi parte all'attacco della Cdl, colpevole di aver frenato il Paese e di aver approvato una legge elettorale «che non è stata fatta contro di noi ma contro tutti gli italiani perché tende a dividere invece di unire». La soluzione, secondo Prodi, è che, se l'Unione vincerà le elezioni, quella legge verrà completamente cancellata «e torneremo al maggioritario». Per la prima volta Prodi accetta anche di intervenire sul problema della costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione contestata dagli abitanti della Val di Susa. E lo fa scaricando tutte le colpe sul governo: «In questi anni non c'è stato il dialogo con i cittadini, è mancato il sale della democrazia. Non si fanno opere come queste contro la gente». Però alla fine anche il Professore difende la costruzione della Tav, così come aveva fatto Bersani il giorno prima: «Non possiamo prendere decisioni che tengano l'Italia fuori dal corridoio europeo, io ho sempre difeso queste scelte». E dal palco lancia la sua proposta: «Entro metà dicembre riunirò tutti i presidenti delle Regioni interessate dall'alta velocità ferroviaria per discutere di tutti i progetti». Pa. Zap.

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