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«Il sindacato è diventato un partito anti Berlusconi»

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Il consigliere economico di Palazzo Chigi Renato Brunetta accusa Cgil, Cisl e Uil. «È uno sciopero politico»

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Renato Brunetta, economista e consigliere economico di Palazzo Chigi punta il dito contro Cgil, Cisl e Uil che, dice, «non hanno a cuore i problemi del mercato del lavoro ma hanno un solo obiettivo: abbattere il governo Berlusconi». Ma la sua non è forse una difesa di parte? «Ma quale difesa di parte. Questo è il governo più pro labour dal dopoguerra. Se noi esaminiamo tutte le legislature, per numero di riforme, di provvedimenti, di patti sociali, per spesa pubblica, questo è il governo che è stato più favorevole al mondo del lavoro. Basta pensare al fatto che, nonostante la congiuntura negativa, la disoccupazione è scesa di 3 punti e in cinque anni sono stati creati tra 1,5 e 2 milioni di posti di lavoro. Per non parlare poi delle risorse date ai pubblici dipendenti del 30-40% superiori a quelle elargite dal centrosinistra. Forse il sindacato dimentica gli interventi sul mercato del lavoro a cominciare dalla legge Biagi che è più garantista della legge Treu sul fronte della flessibilità, o il patto sul lavoro, interamente onorato salvo per la parte legata all'allargamento degli ammortizzatori sociali». A quanto pare però ciò non è giudicato sufficiente dal sindacato e non basta a evitare lo sciopero. «Non c'è cosa peggiore di chi non vuole capire. Questo governo ha fatto riforme pro labour che nessun governo di sinistra ha mai fatto e sfido chiunque a smentirmi. Eppure siamo di fronte a un paradosso». Il paradosso è lo sciopero? «Il paradosso è che il numero di ore di sciopero per conflitti di lavoro è rimasto stabile tra il '96 e il 2001 e tra il 2001 e 2005 nonostante la cattiva congiuntura che non ha colpito gli ultimi cinque anni. Invece il numero di ore perse per scioperi generali, quelli non legati ai rinnovi contrattuali, ha avuto un incremento rispetto al '96-2001 di circa il 30.000%. Sono dati Istat. Il sindacato quindi nonostante le misure a sostegno del lavoro si è mobilitato contro questo governo perchè lo considera nemico. Questo è il sindacato in Italia. Il che sta a significare che questi sono scioperi di partiti politici chiamati sindacati contro un governo che non è dalla loro parte». Ma il prossimo sciopero è contro una Finanziaria. Anche in questo caso è un fatto solo politico? Le risorse per le famiglie sono poche, o no? «Lo sciopero non ha nessuna motivazione economica, sociale o sindacale ma solo politica e come tale va considerato. In Finanziaria ci sono tutte le risorse per chiudere vecchie vertenze come la sanità e poi c'è il pacchetto famiglia che aiuta le giovani coppie. Inoltre va considerato che il sindacato non è stato toccato anzi la riforma del Tfr è marcatamente a favore dei fondi chiusi. Il sindacato è potentissimo e non è stato intaccato in nulla ha ottenuto tutto e di più». Lei parla di sindacato in generale. È ala Cgil che si riferisce o anche a Cisl e Uil? «All'inizio solo Cgil era un sindacato partito poi Cisl e Uil si sono allineati a Epifani e tutti insieme appassionatamente scioperano contro il governo. Se qualcuno mi può spiegare perchè, sarei felice. Mi spiegassero in cosa questo governo ha fallito rispetto al mondo del lavoro. Sarei felice di saperlo».

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