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Paghiamo tutti più tasse di Celentano

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Ma Adriano Celentano aveva i suoi buoni motivi per urlare «Azzurro» prima ancora che il Cavaliere mettesse insieme Forza Italia e poi il governo che gli ha permesso di risparmiare un botto di soldi. Perchè le cose stanno così: messi a confronto gli importi pagati in tasse dal molleggiato con quelli versati da impiegati, statali, liberi professionisti e dirigenti - tutti noi, insomma - Mr. Rockpolitik l'ha fatta decisamente franca. Grazie alle norme sulle plusvalenze (le stesse che hanno fatto esplodere Ricucci e gli altri immobiliaristi), negli ultimi tre anni Celentano e la sua società «Il Clan» hanno consegnato all'Erario appena il 14,92% delle somme guadagnate. Un privilegio non da poco, visto che con il normale regime fiscale anche un lavoratore precario con un reddito di appena 15 mila euro l'anno ha finito per contribuire alle spese dello Stato in percentuale superiore. Gli scaglioni di reddito, lo sa bene chi paga le tasse, vanno da un minimo del 23 a un massimo del 43%. Capita così che un professionista, con uno stipendio di 38 mila euro l'anno, finisce per versare allo Stato 10.200 euro, cioè il 26% di quanto intascato. E va peggio a un manager o a un dirigente che - ben per lui - si porta a casa oltre 100 mila euro. Applicando lo scaglione fiscale più alto, un «Paperone» con 120 mila euro di stipendio l'anno deve passare dall'Agenzia delle Entrate e depositare poco meno di 43 mila euro, cioè il 36% del suo stipendio. Lui invece no. E anche se a sentirlo non sembra avere troppa gratitudine per chi gli ha permesso di risparmiare qualche liretta, Celentano e il suo «clan» di fiscalisti è riuscito ad abbattere le tasse degli ultimi tre anni fino a un totale di 714.590 mila euro, pari ad appena il 14,92% dei 12 milioni e 623 mila euro incassati. Per carità, guadagnare è giusto e risparmiare - anche sulle tasse - del tutto legittimo se lo si può fare nel rispetto delle leggi. Se però prima si sfruttano i vantaggi di un governo di Centrodestra e poi si pontifica contro chi questi vantaggi ha costruito, allora la faccenda si fa decisamente meno Rock. E a mettere le mani in tasca al cantante milanese, persino stonata. Con i proventi di tanti anni di successi, il «ragazzo della via Gluck» ha costruito un importante patrimonio immobiliare. Alle diverse società controllate da Celentano e dai suoi familiari fanno capo appartamenti e palazzi (anche in pieno centro di Milano) per un valore che supera gli 8 milioni di euro. Nessun immobile, però, in via Gluck.

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