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«Rutelli sbaglia, i Ds hanno diritto di scelta»

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Chiti avverte: «Il futuro partito riformista? Per noi è una necessità. Ci arriveremo comunque»

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La frattura tra Ds e Margherita scatenata dalla questione siciliana, non sembra una piccola falla in un percorso tutto liscio, anzi, rischia di diventare una voragine. Infatti, le posizioni di base sembrano ogni giorno più distanti. Il coordinatore nazionale dei Ds però avverte che per il suo partito quello del partito riformista e della futura «casa comune dei riformisti» è una vera missione e prescinde da chi ci sarà. Rutelli ha detto che con il candidato della sinistra radicale in Sicilia non si vince. «Si tratta di una differenza di valutazione sul candidato più adatto. Ma in realtà anche l'Udeur si è schierato con la Borsellino». Allora si tratta di un braccio di ferro tra «fratelli»? «Certo, sarebbe stato meglio che Ds e Marherita sostenessero lo stesso candidato. Invece le valutazioni sono state differenti. Solo la Margherita inoltre sta sostenendo Latteri. É un problema complesso. La Margherita ha gestito male la scelta del candidato. Avrebbe dovuto concordarlo. E se proprio c'è un diritto "divino" a suggerire il primo candidato, questo tocca a noi, visto che i Ds in Sicilia sono il primo partito del centrosinistra. Infatti a Catania abbiamo vinto e anche a Siracusa ed Enna». Quindi dovevate indicarlo voi e basta? «No, abbiamo accettato di scegliere insieme, quindi andava concordato. Il fatto che siano solo loro a sostenere Latteri deve farci pensare. Perché tutti gli altri sono con noi insieme alla Borsellino?». Spini ha suggerito un codice di regolamentazione per la scelta dei candidati. «Prima di tutto non bisogna drammatizzare. E poi, no, un insieme di regole sulle primarie esistono già. ma non ci sono regole per chi decide quando farle». Insomma, l'alleanza con la Margherita è già in soffitta? «Non si tratta di una sortita elettorale. Parte dal progetto dell'Ulivo. È quello che è stato congelato ad aprile e ora riparte. Ha un percorso che passa attraverso la lista comune alla Camera, poi alla lista unitaria a Camera e Senato, poi gruppo conferedato e poi grande "casa comune dei riformisti" o dei "progressisti". L'Italia ne ha bisogno di questo e noi lo faremo. é la proposta straregica di fondo, non dipende dagli altri. Ci potrà stare la Margherita e più in là anche i socialisti. Ma lo faremo. Entro la prossima legislatura». Lei apre ai socialisti con decisione? «Se riusciranno con i radicali nell'operazione di riunire tutte le famiglie socialiste, intendo Sdi, Nuovo Psi e altri, allora anche se non saranno subito nell'Ulivo, ci incontreremo più in là». Insomma, Rutelli o non Rutelli, voi andrete avanti? «Noi ci crediamo veramente. Siamo nei sondaggi il primo partito italiano, da noi ci sono già comunque socialisti, cristiano sociali, ecologisti, non siamo più i post comunisti o i pidiessini senza la p». Ma questa grande forza sarà il partito di Prodi? «No né di Prodi né di Rutelli. Prodi è stato il sollecitatore di questo progetto e ora ne è il protagonista, ma la futura casa comune, non è un partito. Ma una grande casa rifomista».

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