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Sme, l'Ariosto mette in bilico il processo

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Le accuse lanciate giovedì dalla teste Omega nei confronti dell'ex compagno Vittorio Dotti, nell'aula del processo in cui è stata assolta dall'accusa di calunnia, non potevano non avere ripercussioni su un altro processo, quello davanti ai giudici della seconda Corte d'Appello di Milano relativo al troncone principale del caso Sme. E proprio per le «nuove dichiarazioni» della Ariosto, ieri mattina le difese, come era stato preannunciato, hanno chiesto di interrompere le arringhe e di riaprire il dibattimento, «in quanto è sopraggiunta una prova fondamentale che mina la struttura di questo procedimento». E cioè, come ha riassunto ai giudici l'avvocato Andrea Fares, difensore dell'ex capo dei gip romani Renato Squillante, il fatto «che sarebbe stato l'avvocato Dotti a riferire a lei le circostanze che hanno portato alla nascita di questo processo». Il legale ha sostenuto così la necessità di sospendere i lavori processuali per citare e sentire ancora la supertestimone e acquisire la trascrizione di quanto ha detto davanti al Tribunale. L'avvocato Fares ha poi aggiunto: «Laddove la Corte non dovesse assumere queste prove, riteniamo del tutto superfluo concludere la discussione e ci rimettiamo ai motivi di appello che sicuramente permetteranno di concludere il processo». Della stessa linea è stato l'avvocato Giorgio Perroni, uno dei difensori di Cesare Previti: «Le nuove dichiarazioni offrono una panoramica completamente diversa».

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