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Ritorna il CAF ma solo per un libro

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Un'occasione presentata dalla pubblicazione del libro «Nella buona e nella cattiva sorte», firmato Stefania Craxi: le vicende di padri e figli, dei familiari di coloro che vennero coinvolti, dal 1992 in poi, nell'inchiesta di Mani Pulite: «25 mila avvisi di garanzia, 5 mila indagati, 4525 persone in carcere, 3175 richieste di rinvio a giudizio». E ha puntato il dito, la figlia di Craxi, contro una serie di quotidiani che andarono «gli ex comunisti. Ma i Ds, che dicono di essere riformisti, eredi del riformismo italiano, che cosa hanno fatto per legittimare l'occupazione (fallita) del terreno proprio del Psi». Un incontro per parlare del passato, dalle vicissitudini che hanno colpito la prima Repubblica fino all'esilio di Hammamet, passando per quegli incontri amichevoli, durante i quali Craxi propose la candidatura al Quirinale di Forlani oppure di come, a subito dopo Tangentopoli, il leader del Psi si fosse tenuto lontano dai processi non perché colpevole ma perché convinto della non obiettività dei tribunali. Dall'altro capo del tavolo c'era Andreotti a ricordava di come, pur non essendo stato coinvolto nei processi di Mani Pulite, fosse stato coinvolto nel maxiprocesso e nelle vicende che, partite da Palermo, approdarono a Roma coinvolgendolo nel delitto Pecorelli «Se uno dovesse togliere di mezzo tutti quelli che gli remano contro o tutti i giornalisti che non si trovano d'accordo...», ha ironizzato.

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