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E Prodi ha paura delle modifiche alla par condicio

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«Nessuna modifica» afferma Romano Prodi che avverte: dovremo pagare al primo ministro per avere spot elettorali nelle sue tv, una cosa che non esiste in un nessun paese civilizzato. «Berlusconi non ci provi neanche» tuona il Dl Enzo Carra componente della commissione di Vigilanza Rai. «In un paese gravato da un gigantesco conflitto di interessi non solo irrisolto ma addirittura peggiorato - osserva Carra - il pluralismo dell'informazione e le pari opportunità di accesso all'informazione televisiva sono requisiti minimi di democrazia e di confronto. Il centro destra ricordi che proprio al tema dell'informazione è stato dedicato l'unico messaggio alle Camere del presidente della Repubblica, a segnalarne l'estrema delicatezza e importanza». Sergio Bellucci, responsabile per la comunicazione di Rifondazione Comunista parla di «atto di disparità». «L'uso degli spot televisivi - spiega Bellucci - non può essere paragonato ad altri mezzi di comunicazione politica. La loro pervasività va ben oltre la normale capacità di formare un'opinione». E aggiunge che va sciolto il nodo del conflitto di interessi. All'attacco anche l'Udc Bruno Tabacci, presidente della Commissione Attività produttive della Camera. «Non penso che ci sia un grande desiderio da parte dell'opinione pubblica di farsi accerchiare da una quantità di spot insopportabili da campagna elettorale». Sostiene che «è prudente non modificarne l'assetto soprattutto visto che si va verso un nuovo sistema elettorale e che quindi devono a maggior ragione essere garantite condizioni di partenza uguali per tutti». Rotondi della Democrazia Cristiana è dell'idea che «la par condicio si può abolire ma solo a condizione che i due Poli utilizzino il proporzionale per realizzare un bipolarismo vero: due grandi liste, una del Ppe, una di sinistra, e le forze minori capaci di vivere dentro questi contenitori». «A questa condizione — spiega Rotondi — la par condicio si può modificare. Chiaramente se i partiti sono venti la par condicio è irrinunziabile». Il Verde Paolo Cento invece sostiene che «l'unica modifica possibile e coerente alla par condicio è quella di introdurre il diritto di spot elettorale gratuito nel servizio pubblico radiotelevisivo e totale uguaglianza negli spazi di accesso alla comunicazione politica per tutti i partiti lasciando poi ai cittadini il diritto di giudizio e di scelta». Apre alle modifiche il viceministro Adolfo Urso. «Anche la legge sulla par condicio si può certamente migliorare se si raggiunge una larga e costruttiva intesa». Per l'esponente di Alleanza nazionale, «tutto ciò si può fare in piena sintonia con quella democrazia bipolare che la riforma elettorale in corso ha certamente rinforzato salvaguardando il principio di coalizione». Intanto Forza Italia sta studiando le ipotesi di modifica. Tra le soluzioni sul tappeto c'è un 30% di spot elettorali a prezzi di «saldo», ripartiti matematicamente tra tutti i partiti ammessi alla competizione elettorale e un 70% (a prezzi pur sempre politici rispetto alla norma) da dividere tra i partiti in base alla propria consistenza.

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