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Devolution, alla Camera il voto finale

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Oggi inizia l'esame del testo in terza lettura. Probabile la presenza in Aula anche di Bossi

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Presenza obbligatoria. Non si ammettono defezioni. Nemmeno quella del presidente del Consiglio che per essere in Aula con i «suoi» a votare il provvedimento voluto dalla Lega ha rinunciato anche ad una visita ufficiale in Giappone e Kazakistan. E per l'occasione potrebbe materializzarsi a Montecitorio anche il leader del Carroccio Umberto Bossi. «Sarebbe una bella cosa se venisse — ha detto il ministro del Welfare Roberto Maroni — è un lavoro sul quale ha investito, che ha fortemente voluto e che ha imposto all'agenda politica della Casa delle Libertà». Anche la frase lapidaria del ministro della Giustizia Roberto Castelli lanciata ieri ai cronisti lascia presagire un'ipotesi del genere: «Domani alla Camera ci sarà una bella sorpresa!». Ma di più non si sa. L'unica cosa certa al momento è che alla fine un imprevisto potrebbe anche capitare. Visto che il presidente della Regione Sicilia ha invitato i deputati dell'Isola a non votare per la devolution. Ma Cuffaro domani parteciperà al Consiglio dei ministri in cui si dovrebbero sbloccare i finanziamenti per l'isola e allora porebbe arrivare anche il voto dei fedelissimi del Governatore. L'incognità Cuffaro e l'arrivo di Bossi, comunque, potrebbero non essere le uniche novità: la Cdl ieri era pronta al grande blitz sulla ex Cirielli. Si puntava cioè a far votare almeno le pregiudiziali presentate al testo ormai noto come «salva-Previti». Subito dopo il voto alla devolution e l'informativa del ministro dell'Interno Pisanu sull'omicidio di Francesco Fortugno, il vicepresidente della regione Calabria ucciso domenica davanti al seggio delle primarie dell'Unione. Invece, secondo quanto si è appreso, la notizia anticipata da alcune agenzie avrebbe sparigliato le carte. Ieri sera infatti c'è stata una breve riunione tra diversi esponenti di Forza Italia, tra cui il deputato azzurro e legale del premier Niccolò Ghedini, per fare il punto, e alla fine è stato deciso di soprassedere. Tra gli alleati, soprattutto quelli dell'Udc — sarebbe stato il ragionamento — serpeggia ancora il malumore, meglio dunque non insistere con un braccio di ferro così radicale. Il voto sulla devolution è troppo importante. Va portato prima a casa quello. Per l'ex Cirielli in fondo si farebbe in tempo anche martedì. Come andrà a finire comunque lo si vedrà oggi, dall'ordine del giorno dei lavori d'Aula che verrà consegnato ai deputati. La ex Cirielli infatti è già nel calendario di ottobre e potrebbe venire inserita nell'agenda di domani senza grossi problemi. Ma dovrebbe essere iscritta. Nell'attesa, l'Unione affila le armi contro la riforma costituzionale annunciando un vertice oggi con la presenza di Prodi e minacciando di ricorrere al referendum. Mentre sul fronte della «salva-Previti», per bocca di Luciano Violante, avverte: «Un blitz domani in Aula sarebbe l'ennesimo abuso della cosiddetta Casa delle Libertà». Anche l'Anm annuncia battaglia e divulga «dati allarmanti» sugli effetti che potrebbe avere il provvedimento una volta approvato. «Solo a Milano — ha spiegato il sindacato delle toghe — si decreterebbe la fine di oltre il 40% dei reati oggetto di procedimenti pendenti». In particolare «si prescriverebbero il 78% dei processi per corruzione e il 61% di quelli per usura». A Bologna poi l'aumento della prescrizione dei reati «supererebbe il 300%».

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