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LA Cdl accoglie con olimpico distacco anche i rilievi di incostituzionalità alla riforma elettorale evocati ...

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«Fino a che gli input sulla legge elettorale verranno da Romano Prodi, non faremo alcun passo avanti», spiega Donato Bruno, esponente di Forza Italia e presidente della commissione Affari costituzionali della Camera. «Se invece verranno da coloro che — anche se appartenenti all'opposizione — hanno lavorato al testo approvato ieri, allora qualcosa insieme potremo fare». A giudizio di Bruno, le ragioni addotte dal centrosinistra per gridare all'incostituzionalità del provvedimento sono palesemente pretestuose e facilmente confutabili. Basti pensare alle proteste relative alla mancanza di «quote rosa» e alla regionalizzazione del premio di maggioranza al Senato. A simili contestazioni — liquidate come «deboli» anche dal giurista Vincenzo Lippolis in un articolo scritto per il Mattino — Bruno replica ricordando che per le pari opportunità la maggioranza aveva tentato — con gli emendamenti poi bocciati dall'aula — di adeguarsi allo spirito della Costituzione, che al riguardo indica però solo una norma programmatica, senza stabilire che a occuparsi della questione debba essere per esempio una legge elettorale. Quanto al premio di maggioranza assegnato al Senato su base regionale, proprio per rispettare la Costituzione — rammenta l'esponente di Forza Italia — la Cdl ha corretto l'impostazione iniziale, che prevedeva l'assegnazione del premio su base nazionale. Non solo: a chi lamenta che il nuovo sistema provocherà instabilità perché consentirà la formazione di maggioranze diverse alla Camera e al Senato, Bruno obietta: «Questo rischio non è forse presente oggi con il Mattarellum?».

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