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Casini e Follini tornano a parlarsi

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Primarie sempre più lontane

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Doveva essere un pranzo ma per un impegno precedentemente fissato da Marco Follini, l'incontro tra i due, durato circa mezz'ora, è avvenuto davanti a un caffè nello studio di Pier Ferdinando Casini. Un appuntamento con cui i vertici dell'Udc riannodano un dialogo in vista della direzione convocata per venerdì, al termine delle votazioni di Montecitorio sulla riforma della Cdl, proprio per evitare cortocircuiti con i lavori parlamentari. Diligentemente il segretario centrista ha partecipato al voto di una legge che più volte nelle ultime settimane è stata oggetto delle sue critiche. Un voto, come spiega chi ci ha parlato, dato da Follini senza nessun entusiasmo ma frutto di realismo politico. L'articolato non corrisponde alle aspettative del segretario centrista, che non si presenterà in tv a cantare vittoria, tuttavia il testo è stato accettato dal partito e di questo Follini ha preso atto già la settimana scorsa. «Tutto come previsto», si è limitato a dire ai cronisti, lasciando l'aula di Montecitorio dove di franchi tiratori non si è vista che qualche ombra. Ora, in vista della riunione di venerdì, il segretario centrista prepara con pacatezza e senza psicodrammi un chiarimento a 360 gradi su quella che dovrà essere la linea del partito in questo ultimo squarcio di legislatura. L'Udc all'ultimo congresso ha posto l'accento su due punti centrali, la leadership della Cdl e il ruolo del partito nella coalizione. A questo punto, argomentano deputati vicini al segretario, se passerà la nuova legge elettorale, la richiesta delle primarie non potrà che essere assai sfumata. Anche nel centrosinistra, sottolineano esponenti centristi, comincerà una riflessione seria sull'adozione di questo strumento. Detto questo Follini ascolterà il partito e le sue proposte riguardo una ridefinizione moderata della coalizione e soprattutto sulla collocazione strategica dell'Udc. «Sono convinto che Marco possa gestire al meglio questo passaggio politico nuovo che si apre dopo la riforma elettorale - commenta Bruno Tabacci - Quanto alle primarie, vediamo il da farsi. Certamente con la proporzionale scompare il nome del premier sulla scheda e questo è già un risultato importante». Anche Emerenzio Barbieri, esponente centrista vicino a Carlo Giovanardi, sottolinea che Follini può «restare tranquillamente al suo posto senza problemi di sorta. A chi chiede un profilo moderato della coalizione - sottolinea Barbieri - vorrei ricordare che ciò accade automaticamente con la nuova legge elettorale che reintroduce nel sistema politico il ruolo dei partiti e questa è una nostra grande vittoria». Più intransigenti alcuni esponenti del partito provenienti dal Cdu, secondo cui tocca a Follini decidere cosa fare.

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