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Fini e Casini: nessun dietrofront

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«Se ci saranno le primarie Gianfranco Fini sarà candidato», annuncia il portavoce di An Andrea Ronchi, in viaggio a Parigi proprio con il ministro degli Esteri. Ma ci saranno, poi, queste primarie? Per ora si sa solo che della questione premiership si discuterà in un vertice di maggioranza la settimana prossima, come conferma Berlusconi. «Quando la gente si esprime è sempre un fatto positivo», si schiera Casini. E Fini: «Le primarie possono rilanciare la coesione del centrodestra». «Le primarie della Cdl? Perché no. Non sarà certo la Lega a mettersi di traverso e noi sosterremo Berlusconi», interviene anche la Lega con Giancarlo Giorgetti. Ma intanto Silvio Berlusconi non usa il termine primarie e anzi continua a parlare di una «grande convention degli eletti». L'impegno assunto dal premier con gli alleati, però, era per un sistema di selezione ed elezione democratica del candidato premier. E Fini ricorda: «Ciò che ha detto Berlusconi, vale a dire la sua disponibilità a discutere criteri di designazione dal basso, è certamente un fatto importante». Quello del vicepremier è un modo garbato per ricordare a Berlusconi uno dei quattro cardini dell'intesa al vertice della Cdl. Ieri Berlusconi ha usato toni cauti: le primarie? «È una cosa da verificare assieme ai nostri alleati». E la candidatura di Casini? «Bene...». Ma su Follini, la diplomazia viene meno: «qual'è la domanda successiva?». Intanto Forza Italia si prepara a mobilitarsi per sostenere Berlusconi, e Alfredo Biondi preannuncia la convocazione di un un Consiglio nazionale azzurro.

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