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«Che abbia lasciato è un bene per il governo e per il Paese»

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Paolo Cirino Pomicino, dirigente della Nuova Dc e direttore politico de La Discussione, non si nasconde dietro un dito e con la sincerità che gli è propria ammette: «Meglio così». Perché? «È semplice. In un anno o poco più alla guida del dicastero del Tesoro Siniscalco ha visto andare l'economia italiana in recessione e non ha ritenuto di dover fare alcuna manovra anticiclica. Ha scelto la via dell'immobilismo». Però ha presentato il Dpef? «Nel Dpef Siniscalco ha fatto una previsione di crescita zero per il 2005 e dell'1,6% per il 2006. Qualunque ministro in un Paese serio con queste previsioni sarebbe intervenuto. Lui non l'ha fatto». Lui dice che si è dimesso per la vicenda Fazio. «Non era d'accordo sulla vicenda Fazio? Avrebbe dovuto dimettersi il 26 agosto dopo il Cicr. Invece è andato in giro a paventare azioni che non erano nelle sue competenze dimostrando un'incultura politica e economica». In che senso? «Incultura politica perché ha dimostrato un assoluta mancanza di senso dello Stato dimettendosi alla vigilia di un vertice internazionale. Economica per il suo immobilismo». Qualcuno dice che lo faceva perché era un infiltrato del centrosinistra. «Tutto può essere. A mio giudizio, però, Siniscalco non aveva nessun disegno era semplicemente inadeguato. La dimostrazione è che, nonostante le sue dimissioni, i mercati internazionali si sono comportati come se niente fosse successo». E adesso torna Tremonti. «Spero abbia arricchito il suo bagaglio politico». N. I.

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