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Anche da Forza Italia e An arriva la bocciatura di questa iniziativa Stop di Casini: non passerà il testo che conterrà le dimissioni

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Si racconta di una iniziativa di Gianni Letta e di intese già raggiunte anche con l'opposizione. Tutto pronto, tutto fatto. Ma anche tutto falso. Ci pensa a smentire tutti Massimo D'Alema di primo mattino, quando spiega che è un affare del governo l'eventuale sfiducia a Fazio e non del Parlamento. Arrivano a raffica anche autorevoli esponenti del centrodestra (Crosetto di Forza Italia e Armani di An) che dicono di non aver intenzione di firmare ua simile iniziativa. E come se non bastasse, in via informale arriva lo stop di Casini. Il presidente della Camera fa sapere che se maggioranza e opposizione hanno intenzione di prensentare un testo, facciano molta attenzione alle parole. Se conterrà il termine «dimissioni» non solo non verrà messa ai voti, ma potrebbe anche non essere nemmeno accettata. Per questo, timidamente Rutelli, è costretto a correggere il tiro. E Fassino lo segue: si parla di un semplice ordine del giorno non vincolante. Berlusconi esclude altri atti del governo dopo l'approvazione dell'emendamento su Bankitalia al disegno di legge sul risparmio e rilancia la palla alla Bce, che replica invitando tutti i soggetti coinvolti (a cominciare dal governo) ad assumersi le proprie responsabilità. Una dichiarazione nella quale il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco dichiara di «riconoscersi». Ma è difficile non vedere la difficoltà della posizione di Siniscalco (peraltro alla vigilia di una finanziaria cruciale) dopo che più volte, nei giorni scorsi, il ministro aveva posto la questione di una indisponibilità a rimanere nella compagine di governo senza un soluzione del nodo Bankitalia. In assenza di altre vie di uscita l'attenzione si punta sul Parlamento. Lo stesso Gianni Letta ha posto la questione al segretario Ds, secondo quanto ha riferito lo stesso Fassino. Se la mozione bipartisan è un'eventualità da tutti considerata fantasiosa e impraticabile c'è però una strada aperta ed è quella del disegno di legge sul risparmio che da mercoledì sarà discusso in Aula al Senato in seconda lettura. È il parere dell'Unione ma cominciano a pensarci anche molti esponenti della Cdl. Attraverso il disegno di legge e con un eventuale ordine del giorno di indirizzo al governo, il Parlamento potrebbe intervenire nel modo più autorevole sulla riforma di Bankitalia e sui suoi tempi di realizzazione se si trovasse un accordo fra i poli. Certo, sarebbe una soluzione che sposterebbe di qualche mese l'epilogo del caso Fazio, ma al momento non sembrano esserci strade più veloci. A meno di non attendersi ancora un intervento di autoriforma da parte di Bankitalia, una volta stemperata la polemica, ma non sono in molti a dare credito a questa eventualità. Se si trovasse una strada non traumatica per l'uscita di Fazio, secondo indiscrezioni in ambienti della maggioranza, ci sarebbe già un'ipotesi di accordo sul successore (che comporterebbe anche un nuovo direttore generale). La rosa si ridurrebbe a due nomi: Mario Draghi o Mario Monti. I leader dell'Unione, che sottolineano la necessità di un'assunzione di responsabilità da parte del governo, sono concordi nel mettere l'accento sulla riforma della legge sul risparmio. Per Romano Prodi, «la soluzione è indispensabile e anche urgente» ed è «necessario trovarla sia al problema delle regole che a quello del ruolo del governatore». «Un eventuale atto del Parlamento sul vertice della Banca d'Italia non può essere separato dalla legge di riforma di Via Nazionale proprio perchè è un'istituzione caratterizzata da un forte grado di indipendenza e di autonomia», spiega Fassino. E Rutelli precisa il ragionamento. «Il Senato affronta il ddl risparmio e in quella sede discute anche le modifiche riguardanti Bankitalia».

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