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«VORREI esprimere la mia soddisfazione, direi la mia gioia, per quello che avviene qui in questo momento.

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Questo è avvenuto nel '94, è avvenuto nel '96 quando abbiamo prevalso nel proporzionale, ma perso in alcuni collegi uninominali, è avvenuto in modo straordinario nel 2001 ed io sono assolutamente certo che avverrà nel 2006. Poi ci siamo trovati a governare e non abbiamo, per la verità, saputo dare agli elettori la stessa immagine di unità. All'interno della coalizione si è palesata la mancanza di quella che è la fondamentale regola della democrazia per cui c'è una maggioranza che decide e c'è la minoranza che democraticamente si adegua alla decisione presa. Questo ci ha portato a non mandare avanti, come avremmo voluto, tutti i programmi che avevamo individuato e promesso in campagna elettorale. Credo che per mantenere un legame e una vicinanza tra eletti e elettori, la prima cosa indispensabile è dimostrare che siamo degni della loro fiducia e che come loro si sono uniti nel voto, cosi noi siamo uniti nel portare innanzi le conseguenze del loro voto. È per questo che io sono assolutamente convinto che noi dobbiamo arrivare a presentarci agli elettori con una compattezza assoluta. Non so se prima o dopo le elezioni anche se penso dentro di me che sarebbe meglio farlo prima. Ma c'è un fatto che è emerso dopo che io avevo lanciato il progetto della casa comune dei moderati. Abbiamo visto che la mancanza di tutti i simboli dei partiti a cui gli elettori sono abituati ci portava a perdere dal 10 al 13 % dei voti. Tutto questo ci ha fatto pensare che noi avremmo dovuto comunque presentarci agli elettori mettendo insieme tutti i simboli dei partiti che costituiscono la coalizione. Ora questo si potrebbe fare anche dando vita prima al partito unitario. Sarebbe un problema che comunque resterebbe. Questi sono i motivi per cui abbiamo pensato che convenisse non mettere una data al cammino della Costituente. Questo non deve assolutamente far ritenere a tutti voi che il lavoro che noi facciamo sia un lavoro accademico, un lavoro non destinato a concretizzarsi nella nascita vera di un grande partito al servizio di un grande paese. Io credo che questo sia un progetto entusiasmante. E credo che se noi riusciremo, come ha ricordato Fini, a dare vita in Parlamento ad una squadra comune, questo inciderà sulla volontà dei nostri elettori, anche quelli che sono stati un po' delusi dai nostri comportamenti recenti. Se tutti qui seduti intorno a questo tavolo, ci crediamo e ci crederemo, se tutti insieme lo vorremo, io vedo già in un sogno che mi piace molto: un'Italia diversa con una grande forza liberare e democratica che segnerà il futuro, un futuro migliore per tutti noi e per il nostro Paese».

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