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Berlusconi: non ho alcun interesse su Rcs

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«Chi disturba i poteri forti viene messo sotto accusa. Sì alle operazioni che rispettano il mercato»

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Sono settimane che il tam tam delle illazioni rimbalza sulla stampa, puntualmente smentito da Mediaset ma ieri Berlusconi ha voluto mettere un punto a tanto vociare. L'occasione gli è stata fornita dall'inaugurazione Centro congressi di Confcommercio in piazza Belli a Roma alla quale ha partecipato anche l'immobiliarista Ricucci. Una coincidenza che ha subito messo in moto il vortice delle ipotesi con tanto di presunto faccia a faccia riservato tra Ricucci e Berlusconi, subito smentito dall'immobiliarista. Ma il pressing attorno al premier si è scatenato. «Non c'è niente, proprio niente. Non c'è nessuna relazione tra l'operazione di Ricucci e il mio gruppo» ha ribadito Berlusconi. «Ci poniamo anche noi vedendo anche tutta questa ostilità di cui è circondata questa operazione, un po' di domande». Ma qualche risposta il Cavaliere se l'è già data. «Quando qualcuno osa dare fastidio ai poteri forti, allora viene messo sotto accusa. Per me è inaccettabile perchè non si può scatenare una campagna contro qualcuno che agisce nelle regole del mercato». «C'è una Consob - ha aggiunto - che deve far rispettare le regole del mercato, quando queste regole sono rispettate non si possono scatenare campagne contro questa o quella operazione». Berlusconi dice di riferirsi «a tutte le operazioni del momento come le Opa relative agli istituti bancari». Che dire poi se Unipol vuole acquistare la maggioranza della Bnl? La risposta di Berlusconi è netta: «se avete delle azioni offritele a chi vi offre di più attraverso un'Opa da una parte o dall'altra, perchè è giusto che si faccia soltanto così. Perchè questo è il mercato». Quanto al tema della difesa dell'italianità delle banche il premier che sa di muoversi su un terreno minato, è diplomatico. «Può essere auspicabile - sostiene - per quanto ci riguarda. Ma se vogliamo essere inseriti in un mercato europeo ed internazionale non possiamo essere un Paese che calpesta le regole. Questo è un fatto assolutamente controvertibile e attireremmo le critiche di tutti e l'Italia verrebbe considerata un Paese del terzo mondo». Poi il premier ha affrontato la questione della politica economica del governo per assicurare che «si farà di tutto per anticipare il Documento di programmazione economico». Se poi la ripresa stenta a manifestarsi la causa è della congiuntura economica che coinvolge tutti i Paesi europei e i governi «non hanno grandi responsabilità. Abbiamo affrontato grandi prove e subiamo la concorrenza dei prodotti orientali». Quanto allo squilibrio tra euro e dollaro «i governi nazionali non hanno grandi strumenti per intervenire». Il presidente del Consiglio, pressato dai commercianti che gli chiedevano i tempi d'intervento per l'abolizione dell'Irap, ha ricordato che intorno al tavolo di consultazione non si è mai trovato un accordo sulle coperture. La questione è infatti quella di compensare il mancato gettito che deriverebbe dal taglio dell'imposta. Pertanto, ha ribadito, «ho preso tre mesi di tempo per studiare come intervenire nella Finanziaria». L.D.P.

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