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Patto, l'accordo a marzo Berlusconi: con la Ue tutto ok

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Lo ha segnalato ieri il Commissario europeo agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia in una conferenza stampa indetta per presentare l'avanzamento della procedura per deficit eccessivo a carico della Grecia e la strategia per migliorare il monitoraggio dei conti pubblici dimostratosi carente proprio nel caso-Atene. No comment invece sul taglio delle tasse italiano («Sul caso dell'Italia - ha detto - non ho ulteriori informazioni») e una laconica frase sull'«interpretazione più flessibile» del patto di stabilità europeo auspicata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al Vertice di Bruxelles di venerdì scorso: «Non credo che abbiano trovato seguito», si è limitato a dire Almunia riferendosi alle «posizioni assunte dal primo ministro italiano in sede di Consiglio europeo». Sui conti pubblici italiani vi è stata poi da parte del commissario europeo l'affermazione che Italia e Portogallo «hanno alcuni problemi» nel rispetto del Patto di stabilità, ma dieci altri paesi dell'Unione sono al momento in una posizione peggiore essendo troppo vicini o ben sopra la soglia del 3%. E Berlusconi a distanza precisa: «È stato tirato fuori, volutamente un disaccordo con Almunia che non c'è». A Palazzo Chigi, Silvio Berlusconi ribadisce più volte che non c'è «nessuna divergenza» con il commissario europeo per gli Affari economici Joaquin Almunia, sulla riforma del Patto di stabilità europeo. «Ho letto bene le sue dichiarazioni originali - sottolinea il premier - e ho un ottimo rapporto con Almunia, come con tutti gli altri commissari europei, ho sposato tutte le tesi della Commissione introducendo, come elemento di novità, quello di considerare che certe scelte, come quelle relative alle infrastrutture e alle tecnologie militari, debbano essere considerate per le quote di ammortamento». Il rush finale del dibattito che potrebbe quindi concludersi già sotto la prossima presidenza semestrale dell'Ue affidata al Lussemburgo dando ossigeno alle economie nazionali meno gravate dalle rigidità dell'attuale Patto, secondo Almunia non potrà essere una scusa per colpi di mano dell'ultimo minuti volti a scardinare il fondamento del sistema di controllo reciproco dei conti pubblici.

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