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La teste «Omega» denuncia lo Stato: mi ha tolto tutto E al premier: c'è un'ombra su di lui, si dimetta

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«In Italia non ci sono casi analoghi di testimoni che, come me, sono stati impegnati a tempo pieno - sostiene - Ho fatto il testimone nell'interesse dello Stato e sono stata espropriata di diritti soggettivi e oggettivi perchè non mi è stata data la tutela necessaria». Così l'Ariosto spiega la decisione di muovere causa contro lo Stato. «Parto da un esempio - afferma -: quando lo Stato decide di espropriare un terreno a un cittadino dà un giusto ristoro, paga per quello che prende. Io per sette anni sono stata espropriata dei miei diritti personalissimi. A causa dei processi ho perso il diritto alla riservatezza, all'onore, alla reputazione, alla vita tranquilla, alla libertà di movimento». Tornando indietro Stefania Ariosto, che tra qualche giorno prenderà la seconda laurea in giurisprudenza - come rivela lei stessa - non testimonierebbe più nel processo Sme, ora però resta comunque intenzionata a portare avanti l'azione legale. «Chiederò alla Corte costituzionale se è giusto che un cittadino, che ha testimoniato per tanti lunghi anni e contro soggetti potenti, che ha rischiato, che è stato privato di diritti, non debba ottenere un ristoro per ciò che ha passato», dice. Secondo l'Ariosto nella sentenza c'è stata «una sorta di buonismo nei giudici milanesi» che «hanno concesso le attenuanti generiche, grazie alle quali è scattata la prescrizione, il che vuol dire che il reato di corruzione semplice c'è stato». «Il premier non dovrebbe restare indifferente. Dovrebbe dimettersi», conclude la teste «Omega». Infatti, continua, «l'ombra su Berlusconi rimane. Ed è molto scura». «Io non mi sentotoccata da questa sentenza - conclude Stefania Ariosto - quel bonifico, non è stato un convitato di pietra, è un convitato che parla. Questa sentenza è più di un'ombra su Silvio Berlusconi. È un marchio di infamia. Il premier dovre dare retta a Francesco Cossiga e dimettersi».

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