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Con la sentenza di primo grado si è chiuso ieri un processo iniziato a giugno del 1996

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Il tribunale di Palermo ha anche inflitto al parlamentare, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici nonché lo stato di interdizione legale durante l'esecuzione della pena. Sono state applicate, inoltre, le misure di sicurezza della libertà vigilata per due anni, da eseguirsi a pena espiata. S'è concluso così, ieri, un processo in primo grado durato oltre 7 anni. E che di certo passerà alla storia per la camera di consiglio più lunga per emettere una sentenza: 13 giorni. Un record. Ha superato — per durata — la camera di consiglio del processo al senatore Giulio Andreotti (11 giorni) e quella per l'ex ministro Calogero Mannino (10 giorni). Infatti, i giudici della seconda sezione del Tribunale, presieduti da Leonardo Guarnotta, a latere Gabriella Di Marco e Giuseppe Sgadari, si sono riuniti lo scorso 29 novembre, alle 13 e 30, nel mini appartamento dell'aula bunker del carcere Pagliarelli. E ieri, alle 10 circa, la sentenza. Che ha anche inflitto 7 anni di reclusione per associazione mafiosa al coimputato del senatore, Gaetano Cinà. Entrambi, pure condannati al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, la provincia regionale di Palermo e il comune di Palermo, e al pagamento delle spese processuali sostenute dalle parti civili che i giudici hanno liquidato in complessivi 20 mila euro per il comune di Palermo e 50 mila per la Provincia regionale di Palermo. Dell'Utri, secondo i pm Domenico Gozzo e Antonio Ingroia, sarebbe stato un «canale di collegamento» tra Cosa nostra, il mondo economico milanese, la Fininvest e il sistema istituzionale. Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Roberto Tricoli, Enzo ed Enrico Trantino, Francesco Bertorotta e Giuseppe Di Peri, invece, ha sempre respinto le accuse, sottolineando che proprio dagli atti è risultata «la prova granitica che Dell'Utri non si è mai adoperato in favore di Cosa nostra». Ed è proprio il difensore Enrico Trantino, a far ripartire il cronometro del processo: «Affileremo le armi, presentando appello». Queste, alcune tappe del processo. Il dibattimento comincia il 5 novembre 1997. Ma l'invito a Dell'Utri a comparire davanti al Tribunale porta la data del 20 giugno 1996. Dopo 3 giorni, la procura di Palermo chiede il suo rinvio a giudizio. In quel periodo, protagonista per due lunghi interrogatori: uno il 25 giugno, l'altro il 12 luglio. Allora, insieme a Dell'Utri, la procura chiede il rinvio a giudizio anche di Gaetano Cinà, arrestato il 30 giugno del 1996, poi scarcerato per decorrenza dei termini nel 1999. Termina lo scorso 29 novembre, la fase dibattimentale, segnando la 256° udienza e la richiesta di condanna da parte dei pm a 11 anni di Dell'Utri e a 9 anni di Cinà.

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