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Mastella: «Romano non convince Così perderemo»

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Ma soprattutto riprende a «cannoneggiare» la lista dell'Ulivo. «Prodi non mi ha convinto - dice -. Restano differenze tra quello che pensa la nostra compagine ed il resto del centrosinistra sull'Iraq». Mastella, che intravede «segnali di una svolta effettiva», sottolinea che «una vera unità politica non si raggiunge se non c'è intesa sulla politica estera. L'Udeur - ha concluso Mastella - sull'Iraq e su come risolvere quella crisi non cambierà idea». Ma i suoi strali maggiori si concentrano sull'accordo tra Ulivo e Rifondazione, a cominciare dall'ipotesi di ingresso dei bertinottiani nell'eventuale governo di centrosinistra: «Il problema è che non ci sarebbe il governo - replica Mastella -. Cioè, se venisse annunciata una cosa del genere non credo che il centrosinistra vincerebbe le elezioni. Diverso sarebbe appartenere a una coalizione anche con ambizioni di governo. Ma questo non è il caso di Rifondazione». Il leader dell'Udeur parla di «clamoroso errore politico» per la Lista unica «aver accettato la linea del ritiro voluta dalla sinistra radicale». «Abbiamo dato l'impressione - sostiene - di un'armata Brancaleone che se pure vincesse le Europee, non potrà certo aspirare a vincere le elezioni per governare l'Italia con questa politica estera». Quanto a alle prossime Europee, Mastella non concorda con Massimo D'Alema e pronostica che «il Listone non arriverà al 36% e Berlusconi non scenderà al di sotto del 20». «Per ora - spiega - è solo iniziata una parabola discendente per il centrodestra», ma «se questa dovesse essere confermata dal voto, si aprirebbe una fase completamente nuova, non di semplice sostituzione del governo Berlusconi». Per quanto riguarda l'Iraq e il piano annunciato dal governo sulla crisi Mastella lo considera, se non credibile, «sperabile che lo sia». «Forse siamo in presenza di una svolta - chiarisce -, in caso contrario finiremmo tutti in una situazione disperata e disperante».

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