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«Delusi dell'Ulivo, venite con Forza Italia» Bondi: «Basta liti, dobbiamo essere più orgogliosi di noi. La sorpresa è la nuova leva»

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Per questo dico già da ora a quelli che sono delusi da questo progetto e pensavano di votarlo: venite con noi, le porte di Forza Italia sono sempre aperte». Sandro Bondi, coordinatore azzurro, è in macchina di ritorno da Assisi. E con spirito francescano e rinfrancato avverte: «Forza Italia è rappresentativa delle grandi culture politiche italiane, siamo pronti ad accogliere chi crede in noi». Onorevole, si prepara ad affrontare la sua seconda convention. Che congresso sarà? «Di grande importanza, almeno come quello del '98». Sei anni fa Forza Italia doveva dimostrare che non era più un «partito di plastica». E oggi? «Oggi dobbiamo dimostrare che siamo pienamente una forza di governo, capace di sostenere l'impegno di Silvio Berlusconi, di non lasciarlo solo». E che cosa è cambiato? «Ci siamo dotati di un'autentica cultura e di una vera classe di governo, siamo diventati un punto di riferimento stabile nella politica del Paese». Nel suo libro «Tra destra e sinistra», lei dedica una pagina e mezzo alla squadra di Forza Italia al governo. Cita tutti tranne uno. «Chi?». Antonio Marzano, il ministro delle Attività produttive. Perché? «No, guardi, Marzano è bravissimo. La nostra azione è permeata dai suoi suggerimenti soprattutto in materia economica. Non avevo sufficiente spazio per citare tutti, ma solo alcuni. Tutto qua». Promuove la classe dirigente del partito? «È di prim'ordine. E questo è evidente soprattutto sul territorio, dove sta emergendo una nuova classe dirigente di grande livello». Come fa a essere sicuro che sia di grande livello? «Per un motivo molto semplice. Ho visto, ho sentito, ho trovato un partito che pur stando al governo, non è attaccato al potere». Ma sembra una frase fatta. «No, è un dato di fatto. È un partito vivo, vivace e soprattutto sento lo spirito dell'inizio, della discesa in campo, l'entusiasmo di allora che ritorna». Mettiamola così: tre cose che oggi le piacciono del suo partito. «La passione autentica che è rimasta intatta ed è anche aumentata negli ultimi tempi. È cresciuta questa nuova leva di classe dirigente che proviene dall'esperienza locale, molto seria e molto legata al territorio. Lo spirito di squadra, con i nostri club voluti da Marcello Dell'Utri, lo spontaneismo, la voglia di fare qualcosa per il Paese». E tre cose che non le piacciono. «Francamente ce ne una sola. Sul territorio si litiga troppo, spesso solo tra due persone». E lei che fa? «Ho detto in questi mesi: quando c'è un problema non ci può essere uno che afferma: "Adesso lo risolvo così"; dite sempre: "Adesso lo risolviamo così". Ecco, tutti assieme: questa è Forza Italia». La litigiosità, però, è un problema di tutta la Casa delle Libertà? «No, sul territorio è una caratteristica di tutti i partiti. Noi, però, siamo più ingenui degli altri e allora rendiamo tutto pubblico. Voglio dire: è anche un fatto positivo perché dimostra il nostro spirito puro, non siamo i professionisti della politica». Bondi, la critica che viene rivolta a Forza Italia è che la componente socialista prevale su quella dc «Guardi, Forza Italia si richiama a tre grandi filoni di pensiero. Quello di don Sturzo, quello di Einaudi, quello di Carlo Rosselli. Ci rifacciamo, insomma, alla cultura democratica cristiana, laico-socialista, socialdemocratica e liberale. E tutte queste culture convivono assieme». Lei è un laico, non si sente sott'accusa? «Se prevalesse una sulle altre, sarebbe fallito il mio progetto politico-culturale. Ma dirò di più». Che cosa, onorevole? «Che ora vorrei che cominciassimo tutti a sentirci un po' più orgogliosi di Forza Italia. Esistiamo da dieci anni, abbiamo fatto tanta strada». Appartenete già alla storia del Paese? «Alla storia, al presente e soprattutto al futuro. Forza Italia sarà sempre più nella politica

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