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Fini: Prodi? Ha fatto una pessima figura

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«Quando parla si confondono i due ruoli di presidente della Commissione Ue e di politico italiano»

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Dalla palazzina liberty di Largo Marinai d'Italia, dove è stato celebrato il 16mo anniversario dalla morte di Giorgio Almirante, il vicepremier Gianfranco Fini risponde a Prodi, che parla a pochi chilometri di distanza, all'assise dell'Ulivo in corso alla fiera di Milano. «La posizione che ha assunto Prodi - ha aggiunto Fini - credo sia la conferma del fatto che danneggia le posizioni comunitarie che presiede. Perchè è legittimo - ha spiegato Fini - per un esponente politico italiano chiedere che si vada via subito dall'Iraq, ma la Commissione Europea non è di questo avviso, dunque c'è questa oggettiva confusione di ruoli». Un attacco che prelude una replica all'ottimismo dell'opposizione: «La sinistra si illude se pensa che dopo il 13 giugno si interrompa la legislatura. Dovranno aspettare altri due anni prima di andare alle urne». Infatti, aggiunge «il risultato elettorale alle europee spero metta in evidenza la coerenza e la serietà di An. Credo che sarà positivo per tutta la coalizione». Insomma Fini, al di là di alcuni sondaggi poco credibili, non ha dubbi: «Non consegneremo l'Italia in mano alla sinistra, una sinistra regredita allo stato infantile che ha cominciato con i girotondi per poi ritrovarsi sul triciclo». A distanza, commenta duramente le reazioni dei magistrati: «Il comportamento di alcuni magistrati grida vendetta, vedi il caso di Genova dove vengono rinviati a giudizio più poliziotti e carabinieri che black bloc e terroristi in erba». Tornando alla elezioni giudica la scelta della Lega di presentare liste separate alle elezioni amministrative «strategicamente poco oculata», ma ha poi rivolto «auguri di pronto ristabilimento a Umberto Bossi». Poi volta pagina e affronta argomenti come il lavoro, le pensioni e la riforma delle tasse. «La flessibilità non è precariato di massa», ha affermato Fini, ma un'alternativa allo sfruttamento e al lavoro nero. Fini ha poi accennato alla riforma delle pensioni affermando che è stata fatta «non certo per diletto, ma per necessità». Sulla riforma del sistema fiscale Fini ha confermato che la riduzione «è un impegno che deve essere mantenuto» ma che debbono essere scandite delle priorità. Tra queste Fini ha ribadito che si deve cominciare «dalle famiglie monoreddito e da quel ceto medio che più ha subito le conseguenze della crisi economica», e ha ricordato che la giustizia sociale è nel Dna di Alleanza Nazionale. Sulla situazione irachena conclude: «C'è stata la svolta tanto richiesta dall'opposizione. Ho il massimo rispetto per chi vuole la pace che però non si costruisce nel salotto di casa o con le bandierine arcobaleno». La celebrazione ieri si è aperta con un filmato di due minuti e mezzo con immagini e frasi celebri del leader missino scomparso. E l'emozione della vedova. Ricorda Donna Assunta: «Mio marito era l'uomo che immaginò il futuro, perchè aveva visto da lontano quello che sarebbe successo, cioè che la sua gente sarebbe andata al Governo e che i comunisti avrebbero perso con la caduta del muro di Berlino». La sua eredità, oggi, è affidata a Gianfranco Fini: «Sì, Fini interpreta bene il messaggio di Almirante, fa il proprio dovere al governo ed è ascoltato da tutti».

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