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Gasparri: ecco il mio lavoro per ricucire gli strappi nella coalizione In Iraq ci vuole un'iniziativa forte dell'Onu, anche se non è facile

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..forse è stato un po' fregato dall'identificazione totale con questa legge negli ultimi due anni? «Abbiamo fatto molte cose al ministero delle Comunicazioni, questa è stata oggettivamente la più importante. La nostra attività ne è stata un po' schiacciata, però abbiamo anche introdotto, per primi in Italia e nel mondo, la telefonia mobile di terza generazione Umts, e varato con nuove regolamentazioni la navigazione in Internet senza fili, abbiamo accompagnato l'esordio della televisione digitale terrestre. Voglio ricordare, al di là delle polemiche, che prima non c'era. In quanti la vedono? Ancora pochi, però anche quando fu venduta la prima automobile non c'era l'intasamento sul raccordo anulare. Un altro risultato cui tengo molto è il codice delle comunicazioni. In Italia c'era il codice postale che si riferiva al '73: per il mio settore di competenza è come dire un'era geologica fa. Allora il personal-computer non esisteva, di Internet non si conosceva neppure il nome. Abbiamo rivisto questa normativa e realizzato un testo unico, abrogate le norme sorpassate, accolte le direttive europee in materia di comunicazione elettronica. L'Italia è stato uno dei pochi paesi europei a recepire, con un codice unico delle comunicazioni elettroniche, tutte le norme tecniche europee. È un'opera importante di razionalizzazione: abbiamo gli incentivi sulla banda larga, Internet veloce, da trecentomila connessioni quando arrivammo al governo oggi ne abbiamo tre milioni». Quella legge di sistema è anche stata la chiave per capire il politico Gasparri e forse anche per costruire un po' l'immagine di Gasparri in questi due anni e mezzo di governo. Da lì si parte per dire: Gasparri è un berlusconiano di complemento in Alleanza nazionale. «Questa è una facile polemica. Io ho sempre lavorato per la coesione della coalizione. Io ho conosciuto Silvio Berlusconi, a differenza di tanti politici anche di destra, solo dopo essere entrato nel suo governo nel '94. Gli parlai, per la prima volta, nel giorno del giuramento da sottosegretario all'Interno. E da lì ho iniziato un lavoro faticosissimo per unire una coalizione che, qualche volta, ha rischiato di spaccarsi e anche per aprire un dialogo con la Lega, un compito faticoso e difficile. Vediamo quali enormi errori politici stia facendo la Lega in questa fase; tuttavia ricucendo quelle posizioni abbiamo vinto nel 2001. Politica giusta o sbagliata, io la rivendico e la difendo. Dopo di che se uno propone un sistema per far raccogliere alla destra da sola il 50,1% dei voti io ne sono lieto. Non ho mai rinunciato nell'opera di cucitura della coalizione e nemmeno a scelte fortemente di destra. Chi è il politico che ha fatto polemica sulla grazia a Sofri in Alleanza nazionale? Questo si concilia con lo spirito di coalizione sulla funzione di ministro delle comunicazioni. Nel 2001 lavorammo sodo a Milano per preparare il programma. Su incarico di Fini, insistemmo nel portare avanti i colloqui con la Lega. Non si poteva arrivare davanti agli elettori come nel '94, bisognava presentarsi con un programma. Abbiamo prodotto risultati concreti: uno su tutti, la riforma della scuola». Ha raccontato questa storia nel periodo della costruzione della luna di miele. In realtà dalle amministrative dell'anno scorso le cose sono peggiorate? «Nel 2001, io avevo proposto di riprendere il lavoro nel campo della sicurezza e andare al ministero dell'Interno a fare il viceministro. Non mi ero posto il problema di assumere la titolarità del dicastero, di fronte ad una proposta che capivo essere delicata, ma anche un atto di fiducia da parte di Fini e Berlusconi che aveva avuto l'incarico di formare il governo. Il settore era molto delicato e An, che aveva sempre patito una specie di censura poteva ambire ad una maggiore visibilità. Ho accettato, dopo di che c'era anche da occuparsi di una legge di riforma del settore radiotelev

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