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«SONO UN liberale.

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Mi chiedo molte cose, ma le tengo dentro di me. Qualunque cosa si dice in queste ore viene strumentalizzato dalla campagna elettorale. Non è il momento per fare ragionamenti di una certa delicatezza come, per esempio, chiedere il ritiro delle truppe italiane. Dopo il 13 giugno saremo tutti più sereni per discutere». Roberto Rosso, «anima sociale» di Forza Italia, si sfoga. È uno sfogo a slalom, attento a non dire una parola che possa innescare una nuova polemica. Ma nella Casa delle Libertà quelle foto delle torture sui giornali stanno cambiando la gli umori. «Stanno aumentando preoccupazione a preoccupazione; angoscia ad angoscia», aggiunge Bruno Tabacci (Udc), presidente della commissione Attività Produttive della Camera. Che aggiunge: «Ma il tema non è restare o andare via, la permanenza delle nostre truppe in Iraq è fuori discussione». Tabacci però non teme ribaltamenti nel centrodestra: «Siamo uniti e abbiamo una sola politica estera, il centrosinistra ne ha almeno tre». E se anche nella Cdl s'ode qualche voce dissenziente, l'Ulivo sembra riallinearsi. Il dalemiano doc Peppino Caldarola non ha dubbio: «È stato compromesso il rapporto con gli arabi, viste le offese arrecate da un gruppo di militari occidentali. Aggiungo anche che è in gioco l'onore delle nostre Forze Armate e di tutto il Paese: non possiamo metterlo a rischio partecipando ancora a questa missione». E la conclusione è una sola: «Chiediamo il ritiro delle truppe, credo che tutto l'Ulivo debba farlo». È possibile che domani la Lista Prodi chieda conto al governo e giovedì potrebbe decidere per il ritiro. L'ennesima svolta del centrosinistra potrebbe però già arrivare oggi, visto che si riuniranno segreterie, gruppi o esecutivi di Margherita e Ds: una delle richieste di cui si sta discutendo è che Berlusconi venga alla Camera prima del 19 maggio, data del suo viaggio negli Stati Uniti da Bush, per offrire garanzie sul ruolo dell'Italia a favore di una svolta Onu. Per il capogruppo dei Ds alla Camera Luciano Violante, per esempio, la questione delle torture «non è ininfluente» per un'accelerazione del percorso verso la richiesta di ritiro delle truppe. E lo stesso Violante definisce «del tutto inopportuna» la visita di Bush in Italia, invitando «ad accoglierlo col silenzio» senza partecipare a celebrazioni istituzionali. Anche nella Margherita il dibattito sta subendo una brusca accelerazione: Franco Marini si è mostrato molto scosso dalla vicenda delle torture ammettendo di essere in uno stato «di grande crisi». Anche Franceschini e Toia parlano di ritiro delle truppe. È il segnale del cambiamento. Oggi si vedrà. F. D. O.

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