
Follini: il governo sia severo con Bush

Urgente dare una dimensione internazionale all'intervento e il nostro Paese deve essere deciso su questo
È il leader dell'Udc Marco Follini a esprimere questa posizione, mentre le sinistre continuano a accapigliarsi sulla opportunità di manifestare o no contro il presidente Usa previsto a Roma il 4 giugno per l'anniversario della liberazione della città. «L'Italia deve aiutare gli Usa a ritrovare se stessi. Arriverà Bush e spero che l'opposizione non lo accolga con una piazza ostile, ma il governo gli dedichi severità», dice ieri Follini, invitando a un atteggiamento «di collaborazione» ma al tempo stesso «di severità» nei confronti dell'alleato americano. «Ho sempre sostenuto che la nostra presenza in Iraq è giusta - ribadisce il segretario dell'Udc - ma ripeto una volta di più che occorre spingere per dare a questa crisi una dimensione internazionale e per fare tornare in campo l'Onu. Tutto questo è fondamentale e urgente e deve essere oggetto da parte del nostro Paese di una politica chiara e forte». Intanto la vicenda delle torture in Iraq dà nuovo fiato alle sinistre, che dalla naturale ostilità di chiunque alla guerra puntano a ottenere vantaggi alle prossime elezioni. L'affollamento intorno al concetto del «no alla guerra» ieri è continuato con varianti da parte dei partiti dell'opposizione. Appaiati in testa nella corsa a strappare più voti possibile ai Ds sono apparsi ieri Rifondazione comunista e i Verdi, mentre i Comunisti italiani erano lievemente staccati. Infatti se il leader del Pdci Diliberto ha chiesto che i soldati italiani non consegnino più agli americani i prigionieri che eventualmente faranno, Bertinotti ha insistito sulla manifestazione: «Se viene Bush bisognerà pacificamente manifestare la nostra avversione a chi è il principale responsabile della guerra in Iraq». E tra i Verdi Angiolo Bonelli coordinatore dell'Esecutivo vuole un «processo internazionale contro i militari statunitensi e contro chi ha impartito loro l'ordine di eseguire le torture». Di poco staccati, inseguono Di Pietro e Occhetto: l'ex pm vuole che Bush si dimetta, l'ex leader del Pci-Pds vuole manifestare e esporre bandiere arcobaleno. Nella Cdl, si resta intorno al nocciolo della questione, e cioè che sarebbe sbagliato abbandonare l'Iraq. Sulla visita di Bush, una proposta concreta viene da Francesco Giro, responsabile nazionale di Fi per i rapporti con il Mondo cattolico: «Il 4 giugno per ricordare il 60° anniversario della liberazione di Roma da parte degli americani, inondiamo Roma di blu, il colore della libertà e della giustizia». Utilizziamo dice, «bandiere, rigorosamente senza simboli, ma non solo; anche drappi, teli, panni, fazzoletti, nastri, fiocchi, non preconfezionati ma presi dai cassetti di casa ed esposti alle finestre, sulle porte, nelle vetrine».
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