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Nessun sostegno, non è salutare

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E con una lettera diretta al premier Berlusconi il presidente della Commissione Ue butta a mare la tabacchicoltura italiana sostenendo che «la politica agricola comune e il suo sviluppo futuro devono contribuire a raggiungere lo sviluppo sostenibile ponendo l'accento sul sostegno dei prodotti "salutari"». Per cui ai produttori dei Paesi europei che coltivano tabacco (con l'Italia si trovano ma in minor misura Grecia, Spagna e Portogallo) verranno meno le erogazioni Ue non essendo il tabacco un tipo di produzione sostenibile. E questo con una pesante ricaduta sull'occupazione. Una riforma, comunque, che penalizza fortemente il nostro Paese. Infatti sono ben 134.500 gli occupati nella filiera tabacchicola. In particolare 57.400 i salariati agricoli , 13.200 gli occupati nella prima trasformazione e 2000 quelli che oggi lavorano nell'indotto specifico. Per costoro la situazione è particolarmente delicata in quanto la proposta di riforma della Commissione europea segna la fine del lavoro. Va notata anche la situazione a rischio degli addetti familiari, circa 35.100 persone che oggi trovano occupazione in azienda solo se si coltiva tabacco. A livello europeo, considerando anche gli occupati nella filiera italiana, il numero degli addetti coinvolti sale a ben 490 mila. A livello regionale la situazione è gravissima soprattutto in Umbria e in Campania dove mediamente la popolazione trova occupazione nella filiera del tabacco. Si cita il caso di Città di Castello in Umbria dove gli addetti coinvolti sono 6.219, pari al 16,2% della popolazione, nonché il caso di Vairano Patenora in provincia di Caserta dove le persone impegnate in questa coltivazione sono 2.250 pari al 36,5% della popolazione. L'ostinata chiusura della Commissione Ue è stata definita inaccettabile dalla Confagricoltura. «Siamo sorpresi e preoccupati per il disimpegno del presidente Prodi nei confronti del tabacco - ha commentato il presidente della Confagricoltura Augusto Bocchini - Così come è stata formulata dalla Commissione la proposta di riforma porterà alla scomparsa della produzione di tabacco in Europa, il che implicherà la perdita, per l'Italia, di 130 mila posti di lavoro».

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