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E domani in corteo per il ritiro delle truppe Ci saranno anche gli esponenti del centro sociale che distribuiva bastoni al G8 di Genova

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La manifestazione, presentata nel corso di una conferenza stampa in cui è stata ribadita la richiesta alla Rai per la diretta televisiva, partirà alle 14 da piazza Barberini e raggiungerà il circo Massimo dove sarà allestito il palco. Subito dietro ci saranno gli striscioni del comitato organizzatore «Fermiamo la guerra», a sintetizzare la piattaforma della manifestazione ma anche a rimarcare la vicinanza con il popolo spagnolo colpito dalle bombe di Madrid: «Fuori le truppe. L'Iraq agli iracheni»; «No a la guerra y al terror»; «Vostre le guerre nostre le vittime da Baghdad a Madrid e nel mondo». Alla manifestazione ha aderito anche il centro sociale Askatasuna cinque esponenti del quale sono sotto inchiesta perché accusati di aver distribuito bastoni con un furgone nella giornata del 21 luglio 2001, seconda giornata degli scontri al G8 di Genova. In testa al corteo di domani ci saranno tutti i parlamentari di Verdi, Prc, Pdci e correntone Ds che hanno votato no al rifinanziamento della missione italiana in Iraq. Nessun posto, invece, sarà riservato agli esponenti del centrosinistra e in particolare della Lista Unitaria che hanno annunciato la loro presenza al corteo. E proprio la loro partecipazione continua a sollevare tra i pacifisti polemiche e divisioni. Per Piero Bernocchi, dei Cobas la presenza di esponenti dell'opposizione che hanno assunto posizioni nettamente contrarie alla piattaforma della manifestazione è «buffa» e «assolutamente sbalorditiva». «Vengano pure, nessuno metterà loro le mani addosso ma nessuno ci scarichi addosso responsabilità che non abbiamo». La manifestazione ha un solo obiettivo: il ritiro delle truppe. Nel documento della Carovana della pace: «L'idea è quella dell'incontro, nei territori locali, nelle città, nei luoghi delle lotte e dei movimenti di questi mesi, tra i soggetti che vogliano partecipare alle iniziative contro la guerra per rilanciare la generale volontà di pace. Il senso dell'iniziativa è quello di arrivare con un percorso collettivo molto partecipato alla grande giornata mondiale del 20 marzo per il ritiro delle truppe dall'Iraq e la fine dell'occupazione». Nei documenti ufficiali non c'è mai una parole di condanna di Osama Bin Laden. Anzi, non è praticamente mai citato, come se non esistesse.

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