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«CONTINUARE a pensare che la gestione delle quote latte si fondi su delle irregolarità è una completa ...

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Così il ministro delle Politiche Agricole, Giovanni Alemanno, ha commentato in merito a un esposto che i Cobas Latte hanno annunciato di voler sporgere in Procura a Brescia relativamente alla gestione delle quote latte negli ultimi vent'anni. «Se si parla della gestione delle quote latte di un pò di anni fa - ha osservato Alemanno - non si hanno tutti i torti. Come è stata gestita in origine la questione delle quote latte, indubbiamente ha creato enormi problemi ma oggi continuare a pensare che la gestione delle quote latte si fondi su delle irregolarità è una completa illusione. Siamo fuori logica e fuori impostazione». «La realtà - ha aggiunto - è che c'è un ridottissimo numero di allevatori, circa mille, che si ostinano a produrre più della loro quota, facendo anche concorrenza sleale agli altri produttori. In base a questo pretendono di piegare regole nazionali e comunitarie alle loro logiche e questo non è possibile». Il responsabile dell'agricoltura si trovata nella città della Leonessa per ricevere dall'Unione provinciale Agricoltori, il premio «Galantuomo dell'agricoltura»: «Sono particolarmente lieto di ricevere proprio oggi questo prestigioso premio», ha commentato. Il riconoscimento, secondo quanto ha detto il ministro, è «una coincidenza piacevole, perché questi, dal punto di vista giornalistico, sono giorni amari. Non posso dunque che essere felice e soddisfatto - ha aggiunto - per un riconoscimento che giunge dalla base del mondo agricolo italiano». «Quel proprio oggi» non era casuale. Il ministro delle Politiche Agricole Giovanni Alemanno, secondo quanto riportava proprio ieri il quotidiano «Libero», sarebbe stato chiamato in causa dal patron delle Parmalat Tanzi per aver ricevuto finanziamenti da Collecchio. Un coinvolgimento al quale il ministro risponde ammettendo il finanziamento ad una rivista politica, ma negando di aver mai saputo che, quei soldi, venissero dalla Parmalat. Secondo quanto riporta il quotidiano infatti l'ex presidente della Parmalat nell'ultimo interrogatorio avrebbe affermato di aver «finanziato» il ministro Alemanno. Da parte sua il ministro non nega di aver ricevuto i soldi, ma sottolinea che non sapeva arrivassero da Parmalat. «Ho spiegato chiaramente come stanno le cose. Con Parmalat il rapporto è stato sempre istituzionalmente corretto. Non abbiamo fatto sconti a nessuno», è stato il commento di Alemanno. «Anzi, abbiamo procurato notevoli danni a Parmalat perché con il "Frescoblù" all'inizio aveva violato i regolamenti. Ci abbiamo messo un anno e mezzo per rimetterli in norma».

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