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Eurolat al microscopio, i magistrati romani a Parma

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Il pool della Capitale vuole accertare chi ha gestito e ha voluto l'operazione nel mirino

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Intanto, si puntano i riflettori sull'avvocato Giampaolo Zini per quanto riguarda la vendita fittizia di Newlat, la società in cui sono confluiti i marchi che l'Antitrust aveva imposto dovessero essere venduti a fonte dell'acquisto del polo lattiero di Cirio da parte di Collecchio. Vendita che è risultata poi fittizia tanto da portare - nelle scorse settimane - lo stesso garante ad ammettere di essere stato «beffato». Tonna - si legge nei verbali - sostiene che «è stato lo stesso avvocato Zini a suggerire a Tanzi e a me con quali modalità avremmo potuto ovviare alle difficoltà di ottemperare alla prescrizione dell'Antitrust, indicandoci tra l'altro la società Boston Holding. L'operazione venne così - prosegue l'ex direttore finanziario Parmalat - congegnata ed attuata nel suo complesso da Zini». L'intero pool di magistrati romani che indaga sul crack Cirio - il procuratore aggiunto Achille Toro e i Pm Tiziana Cugini, Rodolfo Sabelli e Gustavo De Marinis - ha intenzione comunque di chiarire con Tanzi e Tonna più di un argomento relativo al dossier Eurolat. Non ultimo, stando a quanto si è appreso, quello relativo al ruolo avuto dal presidente di Capitalia (all'epoca Banca di Roma), Cesare Geronzi, nel passaggio di proprietà di Eurolat, deciso nel '99. Ieri Geronzi, in commissione parlamentare sul risparmio, ha ricordato come l'operazione «fu voluta e negoziata dai due imprenditori (Calisto Tanzi e Sergio Cragnotti) in totale autonomia: essa infatti rispondeva agli interessi diversi, ma convergenti, di entrambi». E che lui non ha «mai partecipato a riunioni concernenti negoziazioni o trattative in ordine a rapporti con la clientela, che sono affidate alle strutture e al management». I magistrati romani, che hanno già ricevuto i verbali degli interrogatori del direttore finanziario di Parmalat e altre carte provenienti dalle Procure di Parma, Monza e Milano, relative all'inchiesta sulla bancarotta fraudolenta e la truffa, insisteranno in particolare sul «chi» ha gestito l'operazione Eurolat e «chi» l'ha voluta: insomma sulla paternità di un'acquisizione che è più volte stata definita «sospetta» in ambienti di Palazzo di Giustizia a Roma. Lo stesso Tonna, nell'interrogatorio, ha infatti sottolineato di aver incontrato, insieme a Tanzi, «sia Cragnotti sia i vertici della Banca di Roma, Geronzi, Nottola, Brambilla ed un altro di cui non ricordo il nome, poi deceduto: costoro - ha detto Tonna - insistettero a tutti i costi affinchè facessimo l'operazione dicendo che, dopo l'acquisizione, ci avrebbero fornito i finanziamenti. Mi dissero anche che se non l'avessimo fatta, i rapporti tra Parmalat e Banca di Roma si sarebbero compromessi. Le riunioni furono almeno due o tre e si tennero presso la sede dell'Eur della Banca di Roma nei mesi di maggio e giugno 1999». Importante per il pool romano anche il discorso relativo al valore dell'operazione. I magistrati hanno intenzione di farsi spiegare da Tanzi prima, e poi da Tonna, per quale motivo la Parmalat abbia acquisito una società che evidentemente era in difficoltà, e perchè la Banca di Roma, che rappresentava entrambi i gruppi (sia Cirio sia Parmalat) abbia dato l'ok all' operazione senza rilevare lo stato di sofferenza di Eurolat. Ieri intanto Calisto Tanzi è stato riportato nel carcere di Parma dopo gli accertamenti clinici effettuati presso l'ospedale civile di Parma, per le sospette ischemie cardiache e cerebrali che secondo i legali della difesa, lo avrebbero colpito e ulteriormente prostrato.

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